Orig.: Gran Bretagna/Stati Uniti (2012) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Charles Dickens - Scenegg.: David Nicholls - Fotogr.(Scope/a colori): John Mathieson - Mus.: Richard Hartley - Montagg.: Tariq Anwar - Dur.: 128' - Produz.: Emanuel Michael, Stephen Wolley, Elizabeth Karlsen, David Faigenblum.
Interpreti e ruoli
Jeremy Irvine (Pip), Jason Flemyng (Joe Gargery), Ralph Fiennes (Magwitch), Sally Hawkins (moglie di Joe), Robbie Coltrane (Jaggers), Holly Granger (Estella), Helena Bonham Carter (Miss Havisham), Olly Alexander (Herbert Pocket), David Walliams (Mr. Pumblechook), Tamzin Outhwaite (Molly), Ewen Bremner (Wemmick)
Soggetto
Inghilterra, 1812. Il piccolo Pip, rimasto orfano, vive con la sorella e il marito di lei Joe, che lo fa lavorare come assistente fabbro. Un giorno arriva l'avvocato Jaggers e, a nome di un misterioso benefattore, offre a Pip la possibilità di diventare un gentiluomo. Il ragazzo si trasferisce nella casa dell'eccentrica miss Havisham e conosce la figlia di lei Estella, di cui si innamora perdutamente. Molti contrattempi, avversità, inganni devono accadere, prima che il loro amore possa trionfare.
Valutazione Pastorale
Una prima versione nel 1917, una, memorabile, diretta da David Lean nel 1946, molte serie tv prodotte dalla BBC: "Grandi speranze" è un romanzo che proprio da queste numerose trasposizioni in immagini dimostra la propria forza narrativa e espressiva. Alle pagine scritte da Charles Dickens nel 1861, il cinema inglese torna ora in occasione del bicentenario della nascita. Alla direzione c'è Mike Newell, che si ricorda per "Quattro matrimoni e un funerale" e "Harry Potter e il calice di fuoco": il regista percorre da subito la strada dell'affresco d'epoca, una lettura che diventa ritratto (ruvido, cinico, poetico) di un mondo e, soprattutto, di una società. Le vicissitudini di Pip diventano emblema degli inciampi, dei sotterfugi, della robustezza di regole e convenzioni sulle quale nasce e si solidifica una comunità: divisa ma unita negli obiettivi da raggiungere. Londra diventa emblema di una metropolitana in piena espansione, dentro la quale l'antico confluisce nelle contraddizioni della modernità. Un po' allungato nel finale, appesantito da qualche sdolcinatura di troppo, il film resta di notevole livello e, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come prodotto egregio nell'ambito del rapporto cinema/letteratura/storia.