Orig.: Francia/Germania/Austria (2012) - Sogg. e scenegg.: Michael Haneke - Fotogr.(Panoramica/a colori): Darius Khondij - Mus.: brani di autori vari interpretati al pianoforte da Alexandre Tharaud - Montagg.: Monika Will, Nadine Muse - Dur.: 100' - Produz.: Stefan Arndt, Margaret Menegoz.
Interpreti e ruoli
Jean-Louis Trintignant (Georges), Emmanuelle Riva (Anne), Isabelle Huppert (Eva), Alexandre Tharaud (Alexandre), William Shimell (Geoff), Rita Blanco (portiera), Carole Franck (infermiera), Dinara Droukarova (infermiera)
Soggetto
Ottantenni insegnanti di musica in pensione, Georges e Anne conducono una vita tranquilla, fino a quando lei non comincia ad accusare improvvisi malori e perdite di coscienza. Sono i primi sintomi dell'ictus che in breve tempo porta Anne prima sulla sedia a rotelle e poi a restare immobilizzata a letto. Quando ancora tiene sotto controllo il dolore, Anne fa promettere al marito di non portarla mai in ospedale. Così Georges si dedica totalmente a lei, talvolta con l'aiuto della figlia Eva, quasi sempre in giro per il mondo per concerti, talaltra con alcune badanti, che però vengono liquidate con rudezza. Lui infatti vuole restare solo a sostenere il triste scorrere delle giornate. Ma quando il peso del dolore e della fatica rendono la situazione insostenibile, un gesto rabbioso porta Georges a soffocare la moglie con il cuscino.
Valutazione Pastorale
In realtà il racconto prende le mosse dalla fine, con la polizia che entra nell'appartamento dei due coniugi. E in un sottofinale, la figlia Eva si aggira all'interno del bell'appartamento ormai vuoto. In quegli spazi comincia, si sviluppa e si consuma la cronaca degli ultimi giorni di una coppia troppo equilibrata, misurata, gentile per sopportare le conseguenze del male incombente. La solennità della musica classica fa da stridente contrasto con quella frattura del vivere piacevole che è la malattia. Prepararsi ad un'altra vita, richiede la costruzione di un atteggiamento mentale ed etico fatto soprattutto di generosità, sacrificio, amore. Nell'amore è raccolto il tesoro che una persona deve mettere in campo per pensare a chi sta vicino. Senza rifiutare, se occorre, l'aiuto di chi vuole accompagnare l'azione di solidaretà. George invece rinuncia, resta solo e la paura lo induce ad un gesto estremo: mai condivisibile, va detto con chiarezza, e da prendere solo come spunto per riflettere su analoghe situazioni, di fronte alle quali resta prioritario il rispetto per la vita, e l'impegno ad accompagnarne ogni attimo, anche con il conforto e la preghiera. Duro, rigoroso, implacabile, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Considerato l'argomento, il film richiede nella programmazione ordinaria qualche utile supporto per una lettura più approfondita. Meglio l'utilizzo in occasioni mirate, dove sia possibile avviare rilessioni a più voci intorno al tema centrale.