Orig.: Cina/Hong Kong (2011) - Sogg. e scenegg.: Susan Chang, Roger Lee - Fotogr.(Panoramica/a colori): Nelson Yu Lik Wai - Mus.: Law Wing Fai - Montagg.: Kwong Chi Leung - Dur.: 119' - Produz.: Ann Hiu, Chan Pui Wah, Roger Lee.
Interpreti e ruoli
Andy Lau (Roger), Deannie Yip (Ah Tao), Qin Hailu (infermiera Choi), Wang Fu Li (madre di Roger), Erman Lam (Carmen), Hui Bik Kee (zia Kam), Anthony Wong Chau Sang (direttore Casa di riposo)
Soggetto
Ah Tao ha passato sessanta anni a servizio presso la famiglia Leung. Alcuni componenti sono morti, altri sono emigrati negli Stati Uniti. A Hong Kong é rimasto il giovane Roger, oggi produttore cinematografico. Un giorno Ah Tao viene colta da ictus. Portata in ospedale, soccorsa e curata, Ah Tao si rimette e si fa accompagnare in un ospizio per non essere di peso ad alcuno. Roger, comunque molto legato alla donna, la visita, la assiste e, dopo qualche tempo, lui e la mamma, arrivata dagli USA, decidono di trasferirla in uno degli appartamenti di famiglia. Qui, dopo un periodo in cui la sua salute sembra tornata stabile, Ah Tao viene colpita da un secondo ictus, che ne mina molto lo stato generale. Di nuovo ricoverata, il medico dice a Roger che andare avanti con le medicine sembra ormai inutile. Roger acconsente a sospendere le cure. Ah Tao muore e per lei c'è un funerale in chiesa.
Valutazione Pastorale
Alla Mostra di Venezia 2011, presentato in concorso, il film ha fatto incetta di Premi: Coppa Volpi a Deannie Yip per la migliore interpretazione femminile; menzione speciale del Premio SIGNIS; Premio "La Navicella Venezia Cinema" della Fondazione Ente dello Spettacolo; Premio Nazareno Taddei, e altri. Premi meritati, bisogna dire, per la capacità della regista di affrontare una materia difficile, scostante, quasi respingente e di saperla circuire con uno sguardo addolorato e compassionevole, non occasionale né artificioso. Tra l'anziana Ah Tao e il giovane Roger si crea un interscambio fatto di pudori, di sentimenti non dichiarati, di timidi appelli rimasti nella gola. Ultimo rappresentante di una famiglia che Ah Tao ha servito con devozione per tanti anni, Roger riassume l'ansia di riconoscenza, di ringraziamento, di debito che tutti avvertono verso l'anziana signora. Gli ultimi passi di lei sono allora accompagnati dalla voglia di solidarietà, di leggerezza, di essere teneri e generosi. La memoria diventa un dolce luogo d'incontro tra passato e futuro, una terra dove vita e morte trovano un fervido punto d'incontro. Cattolica praticante, la famiglia supporta la donna con la presenza di un sacerdote e le opportune preghiere. La scelta di Roger di rinunciare alle cure ospedaliere esplicita un atteggiamento verso il fine vita che ancora una volta non può trovare comprensione ma essere occasione di dibattito, profondo e equilibrato. Minimalista fino all'astrattezza, poggiato su un riarsa tavolozza quotidiana all'insegna del realismo poetico, il film gioca sul rovesciamento del titolo: la vita non è semplice ma può diventarlo se entrano in gioco rispetto, dignità, carità reciproci. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, più utilmente, in occasioni mirate per affrontare con completezza i molti spunti proposti dal copione. A partire dal contesto della Cina odierna, sempre più vicina a Hong Kong, e dagli accenni non casuali al cinema: la sera della 'prima' al film di Roger gli spettatori abbandonano la sala a proiezione in corso.