Orig.: Stati Uniti (2011) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Jonathan Safran Foer - Scenegg.: Eric Roth - Fotogr.(Scope/a colori): Chris Menges - Mus.: Alexandre Desplat - Montagg.: Claire Simpson - Dur.: 129' - Produz.: Scott Rudin.
Interpreti e ruoli
Tom Hanks (Thomas Schell jr.), Sandra Bullock (Linda Schell), Thomas Horn (Oskar Schell), Max Von Sydow (Thomas Schell sr.), Viola Davis . (Abby Black), John Goodman (Stan il portiere), Jeffrey Wright (William Black), Zoe Caldwell (nonna di Oskar), Hazelle Goodman (Hazelle Black), Adrian Martinez (Hector Black), Diane Cheng . (Fong Black)
Soggetto
Thomas Schell jr. è morto nell'attentato alle Torri Gemnelle l'11 settembre 2001. Il figlioletto Oskar, nove anni, non è riuscito a parlarci nel giorno "più brutto", e ora, cercando nelle cose del padre scomparso, trova una piccola busta con un nome sopra e una chiave. Da quel momento il suo obiettivo è trovare la serratura della chiave e il titolare dl nome Black. Ricerca difficile e densa di ostacoli, indispensabile per ricollocare nelle giuste dimensioni il ricordo del padre e riallacciare il rapporto con la madre Linda.
Valutazione Pastorale
L'America del dopo 11 settembre 2001 è rimasta nuda, inerte, atterrita, colpita in quell'età infantile che lascia ferite profonde. Oskar ne è l'esempio vivente, prototipo di un'adolescenza rimasta orfana senza motivo e chiamata a inventarsi una rinascita non ipotizzabile. Oskar attraversa un disequilibrio affettivo accentuato, che significa ribellione verso tutto e tutti, ricordo costante del padre, ostilità verso la mamma. C'é un assenza che non si rimargina, un lutto che non viene elaborato: se non dopo un itinerario tormentato, spigoloso, irto di contraddizioni. Oscar compie un cammino ostico attraverso le anime di New York, i contorni in chiaroscuro di un territorio sfuggente e variegato. Un percorso di formazione, fatto di incontri/scontri con la Storia e le generazioni. Forse la ricerca dell'adolescente passa attraverso qualche precisazione di troppo, e un certo didascalismo appanna gli obiettivi. Resta la voglia sofferta di un nuovo inizio, la risposta ad una tragedia che non può né deve significare resa o sconfitta. Oskar è l'America del futuro che reagisce. Regia plasmata su un pentagramma drammatico dolce e timido, a misura di 'ragazzino'. Approdo forte e convinto per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come raccomandabile, poetico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in altre occasioni come prodotto intenso, di immediato coinvolgimento, opportuno.