Orig.: Stati Uniti (2013) - Sogg.: basato sull'articolo "The Suspects Wore Louboutins" di Nancy Jo Sales apparso su Vanity Fair - Scenegg.: Sofia Coppola - Fotogr.(Panoramica/a colori): Harry Savides, Christopher Blauvelt - Mus.: Daniel Lopatin (supervisore: Brian Reitzell) - Montagg.: Sarah Flack Ace - Dur.: 90' - Produz.: Roman Coppola, Sofia Coppola, Youree Henley.
Interpreti e ruoli
Israel Broussard (Mark), Emma Watson (Nicki), Taissa Farmiga (Sam), Katie Chang (Rebecca), Georgia Rock (Emily), Leslie Mann (Laurie), Claire Julien . (Chloe)
Soggetto
A Los Angeles un gruppo di liceali (un ragazzo e alcune ragazze)con una passione vera e propria per il glamour e per il lusso decide di entrare nelle abitazioni di personaggi noti durante la loro assenza. Rintracciati su internet gli indirizzi, i giovani visitano nottetempo le ville di nomi quali Paris Hilton, Orlando Bloom, Rachel Bilson. Affascinati dalla quantità di oggetti che trovano, portano via soprattutto vestiti e gioielli, tutti di grandi marche. Quando escono, vanno in discoteca a proseguire la notte. Ma l'euforia dura poco. Mark, il ragazzo, vende in nero una serie di Rolex portati via da una casa, e il meccanismo si inceppa. Interviene la polizia, tutti vengono arrestati, processati e condannati. Quando escono, ecco Nicky, una delle ragazze, intenta a spiegare in un'intervista che quell'episodio è servito a farla maturare e sentire un essere umano con l'obbiettivo di fare qualcosa di buono per gli altri. Anzi informa che a breve aprirà un sito sul quale scriverà la propria esperienza.
Valutazione Pastorale
L'articolo di Nancy Jo Sales apparso su Vanity Fair è incentrato sulla vera storia di una teen gang che tra il 2008 e il 2009 rubò più di 3 milioni di dollari in beni di lusso, entrando nelle ville di alcune star. "Ho letto l'articolo -dice Sofia Coppola- e ho pensato che era proprio la trama di un film (...) Le dichiarazioni dei ragazzi mi hanno molto colpita. Sembrava non si rendessero conto di aver fatto qualcosa di sbagliato e che fossero interessati soprattutto alla celebrità ottenuta grazie alle rapine." La vicenda è in effetti fin troppo lineare: i ragazzi stringono a scuola una superficiale amicizia, poi, aiutati dalla estrema facilità con cui trovano indirizzi, entrano nelle case e vi restano a lungo, riescono ad appropriarsi di ingenti quantitativi di oggetti belli e costosi. Tutto sembra giocarsi sul momento della visione: stupore, meraviglia, incredulità affollano frasi e occhi delle ragazze. Il 'dopo' sembra quasi passare in secondo piano. La regia osserva i fatti in modo calmo, tranquillo, divertito. Solo nella seconda parte interviene uno sguardo più stringente e riflessivo. Ma Coppola preferisce non entrare nel vivo degli interrogativi e limitarsi a raccontare. Le colpe sono distribuite tra tutti: scuola, famiglia, i 'famosi', i 'fan', chi produce consumismo chi vuole partecipare al consumo. La California come specchio del mondo? Forse, ma è solo una possibilità. I new media come luogo che scava un solco sempre più ampio tra finzione e verità? Anche questo. I giovani lasciati liberi di cedere a seduzioni e raggiri, in un circuito spettacolare che non distingue tra lecito e illecito? In non pochi passaggi prevale uno stile neutro e asettico, il gelo delle scelte di vita è senza ritorno. Coppola resta aderente ad un cinema pulito ma privo di slanci emotivi, poco aggressivo, meno illuminato rispetto ai tempi di "Lost in translation". L'argomento meritava uno scavo generazionale più approfonditio, e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni, dove sia possibile approfondire con ulteriori apporti i molti temi offerti dal racconto, nel rapporto tra giovani e società contemporanea. Qualche attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.