Orig.: Italia (2013) - Sogg.: Vittorio Moroni - Scenegg.: Vittorio Moroni, Marco Piccaredda - Fotogr.(Panoramica/a colori): Massimo Schiavon, Andrea Caccia - Mus.: Mario Mariani - Montagg.: Marco Piccaredda - Dur.: 110' - Produz.: Vittorio Moroni per 50N, RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Mark Manaloto (Kiko), Giorgio Colangeli (Ettore), Beppe Fiorello (Ennio), Ivan Franek (Feliks), Vladimir Doda (Spiro), Elena Arvigo (prof.ssa Granatelli), Anita Kravos (prof.ssa Giuliani), Hazel Morillo (Marilou), Igor Sancin (Vesko), Ignazio Oliva (Jacopo)
Soggetto
In Friuli, oggi. Dopo la morte del padre, l'adolescente Kiko vive con la madre filippina Marilou e il suo nuovo compsgno Ennio, che sfrutta lavoratori clandestini. Con la scuola Kiko ha un rapporto discontinuo, qualche compagno ironizza sulle sue origini asiatiche e alla fine è costretto a lavorare nei cantieri edili di Ennio. Kiko sta bene solo quando si nasconde dentro un vecchio autobus abbandonato che ha eletto a rifugio. Conosce poi Ettore, un vecchio amico del padre, che gli apre un modo inatteso di studiare e conoscere. Su queste premesse, Kiko può cominciare a costruire il proprio futuro, pur dovendo affrontare ancora molti problemi e difficoltà.
Valutazione Pastorale
Dopo l'esordio con "Tu devi essere il lupo" (2004), Moroni ha diretto "Le ferie di Licu" (2006) e "Eva e Adamo" (2009) prima di questa prova che lo conferma regista attento a comporre un piccolo mondo contemporaneo fatto di realtà e fiaba. Per muoversi (e forse sopravvivere) nella attuale, dura contemporaneità talvolta il rifugio nella fiaba è utile: serve a riordinare le idee, a capire meglio le situazioni, a prendere le giuste distanze dalle emozioni. Così fa il protagonista Kiko, che sopporta tante privazioni solo quando capisce l'importanza di elaborare la cattiveria e la malvagità degli adulti. Come in precedenza, e qui con maggiore consapevolezza, Moroni dirige una favola dei giorni nostri, scandita nei problemi che riempiono la cronaca, eppure ravvivata dal soffio di una salvezza possibile, di un lieto fine da scrivere e vivere. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto italiano in grado di accompagnare riflessioni su molti aspetti della nostra vita quotidiana.