Orig.: Italia (2013) - Sogg. e scenegg.: Germano Maccioni - Fotogr.(Panoramica/a colori): Marcello Dapporto - Mus.: CCCP, CSI, Lorenzo Esposito Fornasari - Montagg.: Walter Cavatoi, Germano Maccioni - Dur.: 74' - Produz.: Ivan Olgiati, Stefania Marconi per Articolture in associazione con Apapaja (produttore associato: Simone Bachini).
Interpreti e ruoli
Giovanni Lindo Ferretti (se stesso)
Soggetto
Da musicista Giovanni Lindo Ferretti ha fatto parte di band di culto: CCCP, Fedele alla linea, CSI, PGR. Palcoscenici, teatri, il successo, poi la malattia e intorno lo sgretolarsi dell'ideologia comunista. Il ritorno a casa, sugli Appennini, per recuperare la suggestione di un ambizioso progetto, il Canto dei Canti: un'opera per narrare il legame antico tra uomini, cavalli, montagne.
Valutazione Pastorale
Dal pubblico al privato, questo ritratto restituisce le cento sfaccettature di Giovanni Lindo Ferretti, personalità poliedrica, incontenibile, provocatoria e riflessiva. L'intervista significa mettere a nudo se stessi. Ferretti ci riesce secondo uno stile che la regia di Maccioni frammenta, scandisce, arricchisce. Ne esce una timida, coerente biografia dall'infanzia dalle suore al Sessantotto, al viaggio in Mongolia, alla morte quasi sfiorata, ad una nuova vita in simbiosi con la Natura. Fertetti cantante, poeta, artista, tra riflessioni, confronti, bilanci. Errori, slanci passionali, la certezza di mantenere coerenza per una vita che va incontro al bene e al male con lo stesso entusiasmo vitale. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, più opportunamente, in occasioni mirate per avviare riflessioni sui tanti spunti attuali che la vita di Ferretti suggerisce.