Orig.: Italia/Francia (2013) - Sogg.: da un'idea di Nicolò Bassetti - Scenegg.: Gianfranco Rosi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Gianfranco Rosi - Mus.: - Montagg.: Jacopo Quadri - Dur.: 93' - Produz.: Marco Visalberghi per Doclab in coproduzione con Carol Solive per La Femme Endormie, e con RAI Cinema.
Soggetto
Intorno all'interno del Grande Raccordo Anulare di Roma si muove una vita spesso invisibile ma fatta di tante esperienze diversissime tra loro. Un barelliere partecipa alle operazioni di soccorso effettuate dall'ambulanza ad ogni orario. Quando torna a casa, pensa ad accudire l'anziana mamma ormai non più autosufficiente. All'interno di un monolocale, un nobile piemontese dialoga con la figlia a proposito di vari argomenti, conservando un atteggiamento legante e distaccato. Un botanico percorre alberi e boschi: con l'aiuto di onde sonore e pozioni chimiche cerca di salvare le palme della sua oasi dai letali punteruoli rossi. Un attore di fotoromanzi, già comparsa cinematografica, cerca di mettere in piedi una nuova storia romanzata. Un principe affitta il proprio castello per qualunque occasione (convegni e altro...). Un pescatore di anguille vive e si muove lungo le sponde del Tevere. Poi ci sono alcune prostitute lungo strade collaterali, e un gruppo di ragazze che si preparano alle notti di lavoro come cubiste.
Valutazione Pastorale
Quando Gianfranco Rosi si presenta con il Leone d'oro alla c.s. dei vincitori che per tradizione segue la cerimonia di premiazione in Sala Grande, qualcuno fa osservare che l'edizione 2013 della Mostra di Venezia, cominciata con una serata dedicata a Francesco Rosi e al suo "Le mani sulla città" (Leone d'oro 1963), si chiude nel segno di un altro Rosi e con un verdetto destinato a restare nella storia. "Sacro GRA" infatti non è un opera d'invenzione ma un documentario: è il Grande Raccordo Anulare di Roma, 68,223 chilometri di autostrada urbana percorsa da almeno 58 milioni di veicoli l'anno. La scelta dell'argomento è arrivata a Rosi attraverso un'idea dell'urbanista Nicolò Bassetti. Una lunga presenza sul territorio a girare materiale, selezionarlo e montarlo. Molte inquadrature delle strade, soprattutto di notte, i cartelli che indicano le uscite verso le varie zone della città. Poi, fuori dal percorso, arrivano alcune storie, più o meno autentiche, più o meno vivaci. Ad un certo punto si ha la sensazione che il cuore del GRA cominci ad allontanarsi e che le immagini stiano inclinando verso la ricerca di un neo/neorealismo difficilissimo da realizzare in tempi di televisioni e internet. E' assente il senso dell'incombere della struttura GRA sula vita dei cittadini, quella quotidianità complicata che può essere di aiuto o far nascere nervosismi, nevrosi, incubi. Alla fine la cronaca resta arida, poco coinvolgente, non incisiva. Ma forse è questo il taglio più immediato per il 'documento', che deve osservare la realtà e filmarla in modo neutro. Tra momenti riusciti ed altri meno azzeccati, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, realistico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da riprendere in occasioni mirate per avviare riflessioni sugli spunti che propone anche pensando a chi non conosce né vive la struttura GRA, e alle forme espressive del 'documentario'. Anche per contesti scolastici e didattici.