MOLIERE IN BICICLETTA

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Metafore del nostro tempo, Teatro
Genere
Commedia
Regia
Philippe Le Guay
Durata
104'
Anno di uscita
2013
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Alceste à bicyclette
Distribuzione
Teodora Film
Soggetto e Sceneggiatura
Philippe Le Guay Fabrice Luchini, Philippe Le Guay
Musiche
Jorge Arriagada
Montaggio
Monica Coleman

Orig.: Francia (2012)- Sogg.: Fabrice Luchini, Philippe Le Guay - Scenegg.: Philippe Le Guay - Fotogr.(Panoramica/a colori): Jean Claude Larrieu - Mus.: Jorge Arriagada - Montagg.: Monica Coleman - Dur.: 104' - Produz.: Anne Dominique Toussaint.

Interpreti e ruoli

Fabrice Luchini (Serge Tanneur), Lambert Wilson (Gauthier Valence), Maya Sansa (Francesca), Laurie Bordesoules (Zoé), Camille Japy (Christine), Anne Metrcier (Tamata), Ged Marlon (Meynard), Stéphane Wojtowicz (conducente del taxi), Christine Murillo (signora Francon), Josiane Stoléru (Raphaelle La Puisaye), Edith Le Merdy . (signora Bichet)

Soggetto

Serge ha abbandonato la carriera d'attore per ritirarsi in una casetta sull'ile de Ré, dove conduce una vita solitaria. A interrompere il suo isolamento arriva Gauthier, amico e collega sulla cresta dell'onda grazie ad una serie televisiva, che gli propone di recitare insieme a teatro "Il misantropo" di Molière. All'inizio molto scettico, Serge chiede a Gauthier di restare per provare entrambi la parte del protagonista Alceste. Dopo qualche giorno i due trovano una buona sintonia, e anche l'incontro imprevisto con l'italiana Francesca sembra rimettere Serge di buon umore. Qualcosa però senza volerlo si guasta, arrivano litigi e sospetti, e Gauthier è costretto a rinunciare. Eccolo in scena a recitare Moliere con un altro attore...

Valutazione Pastorale

Dice il regista: "Il personaggio di Serge si ispira a Fabrice Luchini, al suo amore per i testi, alla sua tendenza alla misantropia; quello di Lambert Wilson rappresenta invece il mio punto di vista: nessuna illusione sulla qualità di quello che si fa in tv, ma proprio per questo grande amore per Alceste e Moliere...". Già autore del notevole "Le donne del 6° piano", Le Guay scrive insieme a Luchini un copione di irresistibile leggerezza e di impalpabile serietà. Dentro la cornice del film si incontrano (si scontrano) teatro e televisione, il livello alto e quello basso della comunicazione, l'intensità del pensiero e la superficialità del 'divertimento' usa e getta. Sono sintille coinvolgenti per gi umori che trasmettono, gli scarti caratteriali, le sfumature interiori: i due attori affidano a sguardi affilati e a gestualità enigmatica un duello fatto di cinismo, furbizia, amicizia. Ad un certo punto i passaggi tra realtà e finzione diventano impossibili da seguire e il gioco mimetico trionfa. Servo/padrone, dominatore/ dominato, libertà/prigione: l'attore domina, ben sapendo di poter essere dominato. Così è l'arte, così è la vita. Temi forse impossibili da risolvere ma raccontati con invidiabile freschezza. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per avviare riflessioni sui molti argomenti che propone: cinema, teatro, verità, finzione, ruolo dell'attore. Qualche attenzione per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi e di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

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