The Old Oak

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Animali, Bullismo, Cibo, Dialogo, Dolore, Donna, Educazione, Emarginazione, Emigrazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Giovani, Lavoro, Metafore del nostro tempo, Morte, Politica-Società, Povertà, Solidarietà, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Ken Loach
Durata
113'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Belgio, Francia, Regno Unito
Titolo Originale
The Old Oak
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Paul Laverty
Fotografia
Robbie Ryan
Musiche
George Fenton
Montaggio
Jonathan Morris
Produzione
Rebecca O'Brien. Casa di produzione: Sixteen Films, StudioCanal UK, Why Not Productions, Les Films du Fleuve

In Concorso al 76° Festival di Cannes (2023)

Interpreti e ruoli

Dave Turner (TJ Ballantyne), Ebla Mari (Yara), Claire Rodgerson (Laura), Trevor Fox (Charlie ), Chris Mcglade (Vic), Col Tait (Eddy ), Jordan Louis (Garry ), Chrissie Robinson (Erica ), Chris Gotts (Jaffa Cake ), Jen Patterson (Maggie ), Arthur Oxley (Archie), Joe Armstrong (Joe), Andy Dawson (Micky ), Maxie Peters (Tommy )

Soggetto

Siamo nel 2016 in Inghilterra del Nord, in una cittadina un tempo legata all’attività mineraria e ora con un’economia implosa, segnata da povertà e diffusa disoccupazione. Quando arrivano delle famiglie di profughi siriani, gli abitanti rispondono con freddezza: c’è paura, non tanto del “diverso”, quanto di nuove bocche da sfamare. E così si verificano episodi di odio e intolleranza. A dare un cambio di passo alla situazione sono il proprietario di un pub della zona, TJ Ballantyne, e una ragazza siriana, Yara. Insieme organizzano dei pranzi domenicali per la comunità. Da lì (ri)parte il dialogo, il cammino di convivenza solidale…

Valutazione Pastorale

Il regista britannico Ken Loach, all’età di 87 anni e con una filmografia densa di titoli significativi, due volte Palma d’oro a Cannes, non ha di certo bisogno di presentazioni. È un punto di riferimento nel cinema di impegno civile, attento alla condizione degli ultimi, tra lavoratori precari e disoccupati. Con i suoi precedenti titoli Io, Daniel Blake” (2016) e “Sorry We Missed You” (2019) ci aveva consegnato delle suggestioni struggenti sulla società inglese ed europea, un quadro senza apparente possibilità di salvezza. Nel 2023 il regista è tornato dietro alla macchina con “The Old Oak”, raccontando una storia di sofferenza ma anche di ritrovata fiducia. A firmare il copione è lo stesso Loach con il fidato Paul Laverty.
La storia. Siamo nel 2016 in Inghilterra del Nord, in una cittadina un tempo legata all’attività mineraria e ora con un’economia implosa, segnata da povertà e diffusa disoccupazione. Quando arrivano delle famiglie di profughi siriani, gli abitanti rispondono con freddezza: c’è paura, non tanto del “diverso”, quanto di nuove bocche da sfamare. E così si verificano episodi di odio e intolleranza. A dare un cambio di passo alla situazione sono il proprietario di un pub della zona, TJ Ballantyne (Dave Turner), e una ragazza siriana, Yara (Ebla Mari). Insieme organizzano dei pranzi domenicali per la comunità. Da lì (ri)parte il dialogo, il cammino di convivenza solidale…
Si esce ogni volta un po’ sottosopra, a livello emotivo, dalla proiezione di un film di Ken Loach. Il regista britannico picchia duro, invitandoci a guardare nelle zone d’ombra della società. Con “The Old Oak” Loach ci regala un altro magnifico quadro sociale, livido sì ma anche denso di speranza. Ci parla di ultimi, del nostro presente, tra lavoratori in affanno, nuovi poveri e migranti siriani. Un’umanità che sulle prime fatica ad andare d’accordo, a causa di pregiudizi e timori. A unire alla fine è il coraggio della speranza, quella di una giovane fotografa siriana e di un cinquantenne inglese. È una tavola imbandita di cibo e storie di radici, tradizioni, in un vecchio pub; lì si forma una nuova comunità, rigenerata e includente. Sboccia finalmente l’armonia, quella che ben riassume la frase ricorrente nel film: “When We Eat Together, We Stick Together”. “Quando mangiamo insieme, siamo davvero uniti. Formiamo una comunità”.
Ken Loach si conferma un granitico avamposto per i diritti dimenticati, custode di un’umanità disgraziata; maestro di un cinema di impegno civile che scuote lo sguardo e cura l’animo distratto. “The Old Oak” è consigliabile, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Indicato per la programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito.

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