Serie disponibile sulla piattaforma Apple TV+
Interpreti e ruoli
Gary Oldman (Jackson Lamb), Jack Lowden (River Cartwright), Kristin Scott-Thomas (Diana Taverner), Saskia Reeves (Catherine Standish), Rosalind Eleazar (Louisa Guy), Christopher Chung (Roddy Ho), Sophie Okonedo (Ingrid Tearney), Jonathan Pryce (David Cartwright), Aimee-Ffion Edwards (Shirley Dander), Chris Reilly (Nick Duffy), Sope Dirisu (Sean Donovan), Kadiff Kirwan (Marcus Longridge), Freddie Fox (James 'Spider' Webb)
Soggetto
A Istanbul l’agente Alison Dunn viene uccisa per nascondere dei documenti compromettenti. Poco tempo dopo a Londra viene rapita Catherine Standish, una veterana del team di “Slough House”. E i due avvenimenti si scoprono legati…
Valutazione Pastorale
Siamo lontani dall’eleganza di James Bond, dalla penna di Ian Fleming e dalle caratterizzazioni iconiche di Sean Connery e Daniel Craig, per citare il primo e ultimo 007. Con “Slow Horses” lo scrittore britannico Mick Herron, classe 1963, ha ridefinito i canoni narrativi degli agenti segreti al servizio di sua maestà. Via le atmosfere algide ed eleganti, spazio a sguardi in chiaroscuro ruvidi e dall’umorismo nero, nerissimo. Siamo tra le fila della MI5 – intelligence di sicurezza nazionale – tra agenti di serie A e serie B: i primi risiedono nel Glasshouse building, il quartier generale nel cuore di Londra; i secondi, i “reietti”, di stanza alla “Slough House”, il cosiddetto Pantano, comando guidato dal celebre Jackson Lamb, agente imbolsito, fumatore incallito, con problemi di flatulenza e dal cinismo debordante. Insomma, Lamb fisicamente è agli antipodi di Bond, ma quanto a “fascino” il personaggio è irresistibile per intuito, genialità e azione. I romanzi di Herron sono diventati grazie a Apple TV+ una serie di successo: dopo un esordio folgorante nel 2022, seguito da una seconda stagione (“Dead Lions”), al via la terza dal 29 novembre.
La storia. A Istanbul l’agente Alison Dunn (Katherine Waterston) viene uccisa per nascondere dei documenti compromettenti. Poco tempo dopo a Londra viene rapita Catherine Standish, una veterana del team di “Slough House”. E i due avvenimenti si scoprono legati…
La serie “Slow Horses” targata Apple TV+ e See-Saw Films è adatta per lo schermo da Will Smith, già sceneggiatore della serie comedy a sfondo politico “Veep” (2012-19). A dirigere la terza stagione dal titolo “Real Tigers” – terzo romanzo di Herron, in Italia “Le tigri sono in giro” – è Saul Metzstein, già regista di “The Musketeers” e “Doctor Who”. Come sempre il cast è magnifico: in testa il Premio Oscar Gary Oldman, affiancato da Kristin Scott Thomas, Jonathan Pryce, Jack Lowden e Saskia Reeves. I personaggi scritti da Herron, che gli interpreti cesellano con grande abilità e cura, sono il punto forte di questo racconto di spionaggio ammantato da un umorismo nero e ruvido. È una serie ad alta tensione, serrata, marcata da un’estetica fosca e “sporca”, che rende bene l’idea di agenti nelle retrovie, che si arrabattano per ripulire la loro scarsa reputazione nell’ambiente dell’intelligence e al contempo per districarsi in casi di spionaggio internazionale. La serie è scritta ottimamente, con battute incisive, puntuali e “scorrette”; a livello di dinamica, l’impianto narrativo è solido e compatto, con un’evidente crescita già dalla seconda stagione. Il personaggio di Lamb è irresistibile nella sua sciatteria, caratterizzato da una mente acuta e veloce, mai messo all’angolo da superiori o detrattori. “Slow Horses” si muove in maniera salda confermando tutti i suoi pregi e potenzialità. Una serie da non perdere per chi ama i racconti di spionaggio, con il plus dell’umorismo sofisticato e tagliente di matrice britannica. Serie complessa, problematica, per dibattiti.
Utilizzazione
Serie indicata per un pubblico adulto.