“Tir” di Alberto Fasulo, e “Another me” di Isabelle Coixet sono gli ultimi due titoli passati al festival del cinema di Roma nella sezione ufficiale del concorso. Terzo e ultimo dei film italiani chiamati a concorrere per i premi principali. “TIR” è il primo LM di finzione di Alberto Fasulo, esodrdiente a dire il vero nel 2008 con “Rumore bianco”, un documentario di 90′, distribuito in sala epremiato in molti festival internazionali. Friulano del 1976, Fasulo spiega che: “Ancor prima che un film su un camionista, “TIR” è un film su un paradosso: quello di un lavoro che ti porta a vivere lontano dalle persone care per cui, in fondo, stai lavorando”. Agganciato a lingue e tradizioni differente, che dall’Italia spaziano un po’ in tutta Europa, il film compie un bello sforzo per far lievitare la vicenda dalla pura quotidianità a riflessioni più ampie e universali. Qualcosa non torna ma il taglio resta originale, scavato e duro. Grande delusione invece per “Another me”: Dalla regista di “La mia vita senza me” ci si aspettava bn latro che non una storiella incagliata quasi subito nelle secche di una poco probabile ragnatela psicologica, afidata a incubi, visioni, sdoppiamenti originati da un gemelle morta che torna a disturbare quella vivente. Invano si aspetta un colpo narrativo che non arriva. Domina la cartapesta di una quanto mai prevedibile nebbia fitta nella notte inglese. Enigmi non rissolvibili perchè inesistenti. E ora la parola ai verdetti.
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