SUBURBICON

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti *
Tematica
Avidità, Bambini, Denaro, Famiglia - genitori figli, Gangster, Male, Politica-Società, Razzismo, Storia, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
George Clooney
Durata
105'
Anno di uscita
2017
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Suburbicum
Distribuzione
01 Distribution
Musiche
Alexandre Desplat
Montaggio
Stephen Mirrione

Orig.: Stati Uniti (2017) - Sogg. e scenegg.: George Clooney, Grahnt Heslov, Ethan Coen, Joel Coen - Fotogr.(Scope/a col.): Robert Elswit - Mus.: Alexandre Desplat - Montagg.: Stephen Mirrione - Dur.: 105' - Produz.: George Clooney, Grant Heslov, Teddy Schwarzman per Smokehouse Pictures, La Black Bear Pictures - 74' MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2017 IN CONCORSO PREMIO FONDAZIONE MIMMO ROTELLA A GEORGE CLOONEY.

Interpreti e ruoli

Matt Damon (Gardner), Julianne Moore (Margaret/Rose), Noah Jupe (Nicky), Glenn Flesher (Ira), Alez Hassel (Louis), Gary Basaraba (Zio Mitch), Oscar Issac (Bud Cooper), Jack Conley (Hightower), Karimah Westbrook (sig.ra Meyers), Tony Espinosa (Andy Meyers), Megan Ferguson (June), Ellen Crawford . (Eileen)

Soggetto

Stati Uniti, anni '50. Suburbicum è una cittadina costruita subito dopo la guerra. Qui tutto appare in ordine e perfetto. La presenza però di una famiglia di colore innesca episodi di razzismo sempre più forti. Nessuno però si accorge che dentro una famiglia bianca della classe media crescono odio, avidità e ferocia...

Valutazione Pastorale

Non si può fare a meno di notare che il riferimento immediato è quello dei fratelli Coen, che alcuni anni addietro avevano pensato il copione, pensando al loro cinema sul modello di 'Fargo'. Qui, in questa sua sesta regia cinematografica, accade che il dramma vira nell'umorismo, che la follia sfocia nel divertimento, proprio appunto in pieno stile Coen. Si partecipa all'evoluzione-involuzione dei personaggio, allargando il campo della riflessione anche allo stato di salute dell'America di oggi.
Proprio su questo aspetto, George Clooney ha precisato in conferenza stampa alla Mostra di Venezia: "Avevamo scritto una prima sceneggiatura che guardava tutto dalla parte del bambino [il figlio del personaggio interpretato da Matt Damon], pensando a un finale dove il ragazzo sarebbe finito in affido. Poi abbiamo ideato un finale diverso, di amicizia, tra il giovane e un ragazzo di colore, un'immagine portatrice di speranza. E io mi ritengo pieno di speranza, di ottimismo, per l'America, per il suo futuro". Si capisce allora che il film, pur puntando sul divertimento, poggia su una scrittura solida e molto stratificata, dentro la quale ci sono richiamo storici, visioni di senso, momenti di denuncia evidenti. Il tutto senza essere pedanti ma cercando di mettere a nudo il latino "castigat ridendo mores". Dal punto divista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare i programmazione ordinaria e in altre occasioni per avviare una proficua discusione sullo stato di salute dell'America di ieri. E su quella di oggi.

Le altre valutazioni

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