Orig.: Francia (2016) - Sogg. e scenegg.: André Techiné, Céline Sciamma - Fotogr.(Panoramica/a colori): Julien Hirsch - Mus.: Alexis Rault - Montagg.: Albertine Lastera - Dur.: 114' - Produz.: Fidélité Films in coproduzione con France 2 Cinema, Wild Bunch - 66^ EDIZIONE DEL FESTIVAL DI BERLINO 2016, IN CONCORSO - VIETATO AI MINORI AI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Sandrine Kimberlaine (Marianne), Kacey Mottet Klein . (Damien), Corentin Fila (Tom), Alexis Loret (Nathan), Jean Fornerod (Jacques), Mama Prassinos (Christine), Jean Corso . (Paulo)
Soggetto
In un piccolo centro tra le montagne della Francia sud occidentale. Damien e Tom sono compagni di scuola. sempre in urto tra loro. Tom è magrebino, figlio adottivo di una coppia di contadini che vivono in una fattoria molto isolata. Succede che i due ragazzi si trovano per vari motivi a vivere insieme nella casa di lui...
Valutazione Pastorale
Gli imprevisti sbandamenti dell'adolescenza, senza colpa e incontrollabili, sono al centro di questo copione che Techinè organizza con crescente rabbia, che poi diventa incomprensione, poi si trasforma in una attrazione tanto imprevista quanto incomprensibile. Il regista francese torna a quel cinema dell'indagine introversa che aveva caratterizzato molti suoi precedenti lavori, qui mettendo al centro una famiglia piena e del tutto soddisfatta (lei è medico, lui è ufficiale dell'aviazione) nella quale la figura di Tom arriva, ricordando quella de L'ospite in 'Teorema' di Pasolini (1968). La presenza di Tom a poco a poco induce Toma lasciarsi andare ad un immotivata attrazione reciproca, che li tiene ancora rivali e al tempo stesso li fa sentire vicini. Forse la morte sul campo da guerra del padre di Damien, forse la nascita della prima figlia dei genitori di Tom, certo qualcosa succede che non si può spiegare se non con il ragionevole urgere delle tempeste adolescenziali. Techinè scruta nella psiche dei ragazzi e li fa scontrare fino a quando le rispettive indecisioni non si compattano e si acquetano. Mai sopra le righe, motivato da un andamento narrativo che scuote a fondo l'equilibrio nervoso e vive su palpiti di moderna psicologia, il film disegna nel finale un momento di esplicito rapporto tra i due ragazzi, che ha indotto la Commissione ministeriale a esprimere il divieto ai minori di 14 anni. Tuttavia il copione vive su sfumature intense e significative che inducono a valutare il film, dal punto di vista pastorale, come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Detto del divieto, il film è naturalmente da utilizzare in programmazione ordinaria con molta cautela, in occasioni mirate e rivolte ad analizzare a fondo la tematica dell'adolescenza.