WILD SALOME’

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Potere, Teatro
Genere
Documentario/Drammatico
Regia
Al Pacino
Durata
88'
Anno di uscita
2016
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Wild Salomè
Distribuzione
Distribuzione Indipendente
Musiche
Jeff Beal
Montaggio
Roberto Silvi, David Leonard

Orig.: Stati Uniti (2011) - Sogg. e scenegg.: Al Pacino - Fotogr.(panoramica/a colori): Benoit Delhomme - Mus.: Jeff Beal - Montagg.: Roberto Silvi, David Leonard - Dur.: 88' - Produz.: Barry Navidi & Robert Fox in collaborazione con Enrica De Biasi e Pierluigi Navoni.

Interpreti e ruoli

Al Pacino (sé stesso), Jessica Chastain (Re Erode), Kevin Anderson (Salomé), Roxanne Hart (sé stesso), Estelle Parsons (Giovanni Battista), Joe Roseto (Erodiade), Barry Navidi . Partecipazione straordinaria di: Merlin Holland (sé stessa), Bono (sé stesso), Gore Vidal (il giovane siriano), Tom Stoppard (Narraboth Capitano delle guardie), Tony Kushhner. (se stesso)

Soggetto

Si racconta la leggenda del Re Erode, del suo folle e perverso desiderio per la giovane figliastra Salomé, innamorata, a sua volta, di Giovanni Battista. In una drammatica resa dei conti, la ragazza chiede al re in dono la testa del Battista. Ma lui è fortemente contrario...

Valutazione Pastorale

Il film è del 2011 ed è stato presentato fuori concorso alla 68^ Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Quasi cinque anni dopo dunque trova uno spazio distributivo e un'occasione per farsi vedere con questo che è il secondo incontro di Al Pacino con il teatro dopo "Looking for Richard", ispirato al Riccardo III shakespeariano. Adesso Al Pacino si confronta con una materia non meno drammatica e intensa ma decisamente più sfaccettata, forse malleabile e nell'insieme difficile da dominare. Anzi il nodo è proprio nella decisione da prendere sulla direzione della messa in scena. Pacino però offre subito l'indicazione di fuggire dal testo e di rifugiarsi su molte altre direzioni: dal palcoscenico alla strada, dalle prove alla rabbia della finzione, dai fondali finti a 'esterni' lontanissimi come il deserto del Mojave, dall'Irlanda al Regno Unito, dove alcune persone note discutono del testi da preparare. E' una scelta, va detto, rischiosa e ardita. Perché Pacino spesso non fa a tempo a far partire l'azione che la m.d.p. gira verso altre direzioni, in un turbillon talvolta occasione di giravolte narrative. "Quando iniziai questo progetto - dice Pacino- avevo una passione, e non sapevo esattamente cosa farci con tutta questa passione. Oscar Wild è un genio ma è anche un uomo che si è emarginato dal resto del mondo e dal suo tempo, messo a dura prova dalla vita. Perché mai mi sono andato a identificare con questo autore non lo sa, ma l'ho fatto. Qualcosa mi ha fatto riconoscere in lui, credo sia che rischiò tutto per saltare nell'ignoto...". L'approccio dell'attore/regista al testo e alla messa in scena appare dunque abbastanza problematico, e la libertà di rappresentazione ne resta il punto dominante. Sembra di poter dire che Pacino fa di tutto per stare in bilico tra passato e presente, mescolando con forza l'antico e il moderno. Sulla soglia di una prova d'attore altalenante, accanto a Pacino si staglia Jessica Chastain, una Salomè di magnifico nitore e di impenetrabile mistero.
Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, meglio, in occasioni ristrette per avviare riflessioni sulle molteplici forme nelle quali si esplica il rapporto cinema/teatro.

Le altre valutazioni

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