Orig.: Messico/Spagna (2013) - Sogg.: Diego Quemada Diez - Scenegg.: Diego Quemada Diez, Gibran Portela, Lucia Carreras - Fotogr.(Panoramica/a colori): Maria Secco - Mus.: Jacobo Liebermann, Leopnardo Heiblum - Montagg.: Paloma Lopez - Dur.: 104' - Produz.: Inna Payan, Luis Salinas, Edher Campos.
Interpreti e ruoli
Brandon Lopez (Juan), Rodolfo Dominguez (Chauk), Karen Martinez (Sara), Carlos Chajon (Samuel), Ramon Medina . (Caliman)
Soggetto
Tre quindicenni, Juan, Sara e Samuel, scappano dal Guatemala diretti verso gli Stati Uniti. Mentre attraversano il Messico, fanno amicizia con Chauk, un ragazzino indiano di appartenenza Tzotzil che non parla spagnolo ed è senza documenti ufficiali. A questo punto la situazione si ingarbuglia e passare il confine non è più così semplice...
Valutazione Pastorale
Nell'universo frastagliato e disordinato dell'America Latina, quello verso gli Stati Uniti rappresenta un viaggio che soprattutto i ragazzi mettono in conto di realizzare il prima possibile. Ma è un viaggio che parte da situazioni di disagio, attraversa problemi ugualmente spinosi e spera di arrivare a contatto con l'utopia del 'sogno americano'. Le tappe dei tre ragazzi segnano i momenti di privazioni sociali, di confronti aspri e densi di paure e dolori. La solitudine dei ragazzi è direttamente proporzionale alla loro necessità di ignorare le situazioni di pericolo nelle quali sono coinvolti e assumere comportamenti da 'adulti' senza reticenze. La vita impone di bruciare le tappe e non c'è tempo per prendere decisioni affrettate. Così il film guarda e 'registra', osserva e non giudica: la realtà parla da sola, si direbbe. In modo diretto, cinico, spietato ma anche invitando alla umana comprensione. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria con preferenza per una proposta finalizzata a riflettere su un cinema che scava nelle zone di difficoltà e di degrado. Un cinema che aiuta ad alzare lo sguardo al livello di quelli che non sono mai in primo piano.