Orig.: Stati Uniti/Spagna (2015) - Sogg. e scenegg.: Alejandro Amenabar - Fotogr.(Scope/a colori): Daniel Aranyò - Mus.: Roque Banos - Montagg.: Carolina Martinez, Geoff Ashenhurts - Dur.: 106' - Produz.: Fernando Bovaira, Alejandro Amenabar, Christina Piovesan.
Interpreti e ruoli
Ethan Hawke (Bruce Kenner), Emma Watson (Angela Gray), David Thewlis (Kenneth Raines), Lothaire Bluteau (rev.do Beaumont), Dale Dickey (Rose Gray), David Dencik (John Gray), Peter Macneill (Cleveland), Devon Bostick (Roy Gray), Aaron Ashmore . (George Nesbitt)
Soggetto
Minnesota 1990. Il detective Bruce Kenner è al lavoro sul caso di Angela, una giovane che accusa il padre John di averla violentata. Succede che all'improvviso l'uomo ammette la propria colpa e allora nell'ufficio della polizia viene convocato il dottor Raines, famoso psicologo. Le carte dell'intrigo sono destinate a ribaltarsi più volte...
Valutazione Pastorale
Sono passati 14 anni da The Others (2001) e Amenabar fatica ancora a togliersi l'etichetta di gran cerimoniere del genere thriller psicologico. Anzi, di seguito si è concesso due 'variazioni' come "Mare dentro", 2004 e "Agorà", 2010, condotte in porto con vigore e robustezza narrativa nonostante qualche scompenso di copione. Oggi comunque eccolo tornare nei prediletti terreni del mistery con una vicenda proiettata nel non conoscibile. In particolare lo scambio di ruoli tra il poliziotto razionale e l'uomo che si autoaccusa impronta tutta la vicenda, condiziona ogni mutamento e prepara le posizioni per la sera finale. La regia scombina con sapienza le carte degli indizi, semina suggestioni e lancia rovesciamenti i ruoli. La suspence si aggira minacciosa e chiede partecipazione. Forse, dopo la metà, il tono sanguinolento prende troppo spazio, i vampiri si impongono e 'scrivono' la storia. Il Male offusca la pietà verso il Bene, ma non c'è tempo per troppa filosofia. Interessa di più al cileno, descrivere la rabbia per il vuoto della coscienza indifesa rispetto ai mutamenti della ragione. Il racconto chiude senza in realtà avere una chiusura, interrogativi vagano sulle immagini di uan blla regia fatta di quesiti e di fughe in avanti. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, e senz'altro problematico.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria per gli appassionati del cinema onirico e 'pauroso' di Amenabar. Per chi cerca storie tra ragione e follia. Con attenzione per i meno reattivi e con attenzione per i minori, anche in vista di passaggi televisivi.