Orig.: Francia (2015) - Sogg. e scenegg.: Noé Debré, Thomas Bidegain, Jacques Audiard - Fotogr.(Scope/a colori): Eponime Momenceau - Mus.: Nicolas Jaar - Montagg.: Juliette Welfing - Dur.: 111' - Produz.: Why Not Productions, Page 114, France 2 Cinema - 68° FESTIVAL DI CANNES 2015 PALMA D'ORO.
Interpreti e ruoli
Anthonythasan Jesuthasan (Dheepan), Kalieaswari Srinivasan (Yalini), Claudine Vinasithamby (Illayaal), Vincent Rottiers (Brahim), Marc Zinga (Youssouf)
Soggetto
Per riuscire a scappare dalla guerra che devasta il suo paese, lo Sri Lanka, Dheepan avvicina una donna e una bambina, le dichiara moglie e figlia, ottiene il visto di uscita e arriva a Parigi. Qui si sistema in uno stabile residenziale alla periferia della città e ottiene un lavoro come portiere. Il suo desiderio di una vita normale ben presto si scontra con la presenza di un gruppo di spacciatori di droga intenzionati a dettare legge nella zona. L'equilibrio quotidiano che Deephan cerca deve fare i conti anche con attese, insofferenze, insoddisfazioni delle due donne con lui. E l'obiettivo resta quello di formare tutti insieme una famiglia vera...
Valutazione Pastorale
La prima sequenza si apre su uno scenario di orrore e violenza, risultato di una guerra senza fine. Da quel contesto Dheepan scappa per finire però in un'altra guerra, stavolta laddove dovrebbero esserci pace e tranquillità. Alla periferia di Parigi, van in scena un conflitto più profondo e enigmatico, la guerra di tutti contro tutti. Nell'Europa del Terzo Millennio, saltati confini, nazioni, ideologie, resta e si fa più profonda la tentazione di mettere in difficoltà il 'nuovo', il 'diverso, l'ultimo arrivato: innescando un'idea di giustizia sociale fatta di violenza e faziosità, con il solo obiettivo di instaurare la legge del più forte. Nella babele linguistica e culturale, nessuno sa dove si trova lo Sri Lanka da cui arriva Dheepan, che finisce per essere due volte straniero. A dargli il coraggio per andare avanti restano le due donne che gli sono vicine, estranee a dire il vero ma unico appiglio per costruire qualcosa di concreto, che possa avvicinarsi all'idea di famiglia. Nello scandire i passaggi della tormentata vicenda, Audiard lancia colpi duri e trasmette la sensazione di un pessimismo prevalente. Tuttavia con meno passione e minori suggestioni rispetto a titoli precedenti quali " Tutti i battiti del mio cuore", 2005; "Il profeta", 2009; Un sapore di rugginee ossa", 2012. Forse la Palma d'oro vinta a Cannes 2015 ha premiato il suo lavoro nell'insieme. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, più opportunamente proposto in situazioni mirate, dove sia possibile avviare riflessioni sulle molte tematiche attuali che propone.