TRE CUORI

Valutazione
Consigliabile, superficialità
Tematica
Donna, Famiglia
Genere
Drammatico
Regia
Benoit Jacquot
Durata
100'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
3 coeurs
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Bruno Coulais
Montaggio
Julia Grégory

Orig.: Francia (2014) - Sogg. e scenegg.: Julien Boivent, Benoit Jacquot - Fotogr.(Scope/a colori): Julien Hirsch - Mus.: Bruno Coulais - Montagg.: Julia Grégory - Dur.: 100' - Produz.: Alice Girard, Edouard Weil - 71^ MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2014; IN CONCORSO.

Interpreti e ruoli

Benoit Poelvoorde (Marc), Charlotte Gainsbourg (Sylvie), Chiara Mastroianni (Sophie), Catherine Deneuve (la madre), André Marcon (sindaco Castang), Francis Leplay . (il medico)

Soggetto

In una città di provincia, una sera Marc incontra Sylvie poco dopo aver perso l'ultimo treno per rientrare a Parigi. Si fanno compagnia, parlano a lungo e quando la mattina dopo lui torna verso la capitale, si lasciano con un appuntamento a Parigi qualche giorno dopo. Nel momento stabilito, Sylvie c'è mentre Marc, per un improvviso malessere, ritarda. Lei se ne va e non si vedono più. Tempo dopo Marc conosce Sophie, i due si innamorano e decidono di sposarsi. Sylvie torna a casa dall'America per il matrimonio, Marc la vede e stenta a crederci: Sylvie e Sophie sono sorelle. La passione tra Sylvie e Marc ritorna, la situazione si fa difficile...

Valutazione Pastorale

"Avevo voglia -dice Jacquot- di girare una storia ambientata in provincia, in una città di medie dimensioni dal sapore un po' meridionale. La provincia francese è un contesto propizio per sviluppare un tema melodrammatico. E io volevo appunto interessarmi a un uomo alle prese con un amore nascosto". Tema melodrammatico è definizione calzante e immediata: tutto il racconto si muove all'interno di questa ottica, e tutto concorre a rafforzarne i contorni. La successione narrativa, i gesti, le azioni, le re-azioni caratteriali: la tenaglia affettiva delle sorelle dentro la quale Marc resta imbrigliato trova un perfetto riscontro nella mamma Catherine Deneuve, regina incontrastata del melò fin da "La mia droga si chiama Julie" di Francois Truffaut (1969). I sentimenti sovraesposti si propongono come finzione in grado di restituire le mille facce della realtà: l'inganno dell'amore, la debolezza dell'individuo, la schermaglia infinita uomo/donna. E' una materia forse un po' evanescente ma che Jacquot racconta con robustezza e gli attori interpretano con convinzione. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come consigliabile e caratterizzato da superficialità.

Utilizzazione

In programmazione ordinaria, il film si indirizza soprattutto agli appassionati di melodramma, e della provincia francese. Qualche attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi e di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

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