Orig.: Stati Uniti (2014) - Sogg.: tratto dal libro per bambini "Arrivano i Mostri" di Alan Snow - Scenegg.: Irena Brignuli, Adam Paya - Fotogr.(Panoramica/a colori): John Ashlee Prat - Mus.: Dario Marianelli - Montagg.: Edie Ichioka - Dur.: 97' - Produz.: Laika Entertainment.
Soggetto
Nella cittadina di Pontecacio, i residenti snob di epoca vittoriana passano la giornata contenti della loro ricchezza, del benessere e dell'abbondanza degli amatissimi formaggi dai sapori forti. Lord Gorgon-Zole, il sindaco, vive circondato dalla elite delle Tube Bianche e, come tutti gli altri, crede alle leggende spaventose sui Boxtrolls, creature bizzarre e dispettose che vivono nelle caverne sottostanti. A divulgare questa cattiva fama si impegna da anni il malvagio Archibald Arraffa, cui il sindaco promette di concedere la sospirata Tuba Bianca non appena l'ultimo Boxtroll sarà eliminato. I componenti di questa pacifica comunità indossano scatole di cartone riciclato e da tempo hanno adottato e cresciuto un ragazzino orfano, Uovo. Quando il bambino si avventura all'aperto, nelle strade della cittadina, qualcosa comincia a cambiare. Uovo fa amicizia con la coetanea Winnie, figlia di Lord Gorgon-Zole. Insieme decidono di affrontare il perfido Arraffa...
Valutazione Pastorale
Il punto di partenza è "Arrivano i mostri", un libro scritto da Alan Snow con un target specifico per bambini e adolescenti. Il copione, molto elaborato e forse allungato oltre il necessario, imbocca la strada della favola in modo diretto e non la lascia fino al momento in cui viene tagliato il traguardo del lieto fine. Il che significa: messa alla berlina degli spocchiosi ricchi, del bieco arrivista, della cittadina oppressa da un governo assolutista; e trionfo della intraprendenza dei piccoli (lui e lei), degli abitanti finalmente usciti dall'isolamento, dei boxtrolls non più guardati con paura ma come creaure con le quali imparare a convivere. L'evoluzione della trama non appare nuovissima, certo innovativa è la messa in scena, un'animazione pastellata e insolita con precisi riferimenti cromatici e pittorici all'epoca vittoriana, seguita fedelmente anche nella location, nei costumi, nei dialoghi. Un'operazione originale affidata ad un regia efficace e briosa, chiusa da titoli di coda che non bisogna perdere, sopratutto nella canzone con i testi sulle pietanze. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e decisamente brillante.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come proposta per bambini, ragazzi e per tutta la famiglia.