Orig.: Germania/Belgio (2013) - Sogg.: tratto dal romanzo "Le douceur assassine" di Francoise Dorner - Scenegg.: Sandra Nettelbeck - Fotogr.(Panoramica/a colori): Michael Berti - Mus.: Hans Zimmer - Montagg.: Christoph Strothiohann - Dur.: 116' - Produz.: Sidney Kimmel, Frank Kaminski, Ulrick Stiehm.
Interpreti e ruoli
Michael Caine (Matthew Morgan), Clemence Poesy (Pauline Laubie), Justin Kirk (Miles Morgan), Gillian Anderson ; Jane Alexander ; Anna Alvaro (Karen Morgan), Richard Hope (Joan Morgan), Yannick Choirat (Colette Lèry), Alexis Goslain . (collezionista)
Soggetto
A Parigi vive da pensionato l'americano Matthew Morgan, professore di filosofia, al quale tempo prima è morta la moglie, lasciando un incolmabile vuoto. Sull'autobus, per caso, Morgan si incontra con Pauline, giovane insegnante di danza. L'amicizia che si instaura tra i due è all'insegna di spontaneità, naturalezza, reciproca voglia di rilassarsi e sorridere. I due figli di Morgan, soprattutto il maschio Miles, e il fantasma della moglie morta di malattia (o forse aiutata a morire) sfaldano lentamente l'equilibrio della coppia...
Valutazione Pastorale
Il romanzo originario è francese e (come troppo spesso accade) Parigi diventa a poco a poco la terza protagonista silenziosa ma non muta accanto ai due protagonisti. Che dovrebbero rilanciare il tema dell'innamoramento tra anziano e giovane: invece quello che ci si aspetta non accade, perché quando il destino della moglie comincia ad emergere tra molti chiaroscuri, il nucleo narrativo si sposta su quel velato accenno di eutanasia, sulla mestizia della fine, sulla necessità di proseguire l'esistenza mettendo a fianco generazioni più vicine. Il copione si muove in una continua altalena tra amori forti, sentimenti trattenuti, affetti nascosti. Dramma e commedia si incontrano e accostano pagine di melò solido e commosso: il fine vita, le lacrime per una soluzione impossibile, le scelte morali da compiere. La regista dirige bene, muove con sapienza spazi e geometrie, crea giochi sentimentali come lampi esistenziali, lascia che Caine modelli da par suo le incertezze e i tremori del professore Morgan. Racconto con molti spunti intriganti e qualche ambiguità nei confronti del tema eutanasia, per un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per avviare riflessioni sugli argomenti che emergono dal racconto, in primo luogo quello dell'eutanasia. Per questi aspetti, molta attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di atri supporti tecnici.