Orig.: Italia (2018) - Sogg.: Paolo Sorrentino - Scenegg.: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello - Fotogr.(Scope/a col.): Luca Bigazzi - Mus.: Lele Macchitelli - Montagg.: Cristiano Travaglioli - Dur.: - Produz.: Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri per Indigo Film in coproduzione con Pathè.
Interpreti e ruoli
Toni Servillo (Silvio Berlusconi), Elena Sofia Ricci (Veronica Lario), Riccardo Scamarcio (Sergio Morra), Kasia Smutniak (Kira), Euridice Axen (Tamara), Fabrizio Bentivoglio (Santino Recchia), Roberto De Francesco (Fabrizio Sala), Dario Cantarelli (Paolo Spagnolo), Anna Bonaiuto (Cupa Caiafa), Ricky Memphis (Riccardo Pasta), Alice Pagani (Stella), Roberto Herlitzka (Crepuscolo)
Soggetto
Alcune persone sono in frenetico movimento, desiderose di fare la conoscenza e poi di essere ammesse all'amicizia con Silvio Berlusconi...
Valutazione Pastorale
Sorrentino torna alla storia italiana, così vicina da sembrare quasi contemporanea. Dieci anni dopo "Il divo" (2008), dedicato a Giulio Andreotti, il regista napoletano punta l'obiettivo su Silvio Berlusconi, protagonista indiscusso della scena politica nazionale dal 1994, e ne osserva le vicende degli anni 2006-2008 nella prima parte, 2008-2010 nella seconda. Va detto subito che il film è diviso appunto in due parti, separate ma non indipendenti, per cui risulta poco opportuno vederle in momenti diversi o fuori dalla sequenza naturale. Ancora prima, una piccola ma non insignificante riflessione dovrebbe essere dedicata al titolo, a quel "Loro" o "Lui" pronome che compare sui display dei cellulari come mittente delle chiamate. Sul chi siano 'loro' e sul chi sia 'lui' il copione ondeggia, tenendosi tra mistero e reticenza, con poca voglia di esplicitare o di dire una parola di troppo. Il racconto è, se vogliamo, preso un po' alla larga: una folla di personaggi si presenta sul proscenio, tutti animati dallo stesso desiderio, quello di conoscere e farsi apprezzare dal 'Presidente' così da averne adeguata contropartita. Ben presto appare lontano il tono da invettiva e da messa alla berlina che era forse lecito aspettarsi dalla sceneggiatura. (Quasi) tutta la prima parte è nelle mani dei protagonisti di contorno, tra i quali corrono ansie, attese, aspettative di un incontro che tarda fin troppo a concretizzarsi. Nel frattempo ampio spazio è dedicato a quell'elemento femminile non certo secondario nell'iconografia presidenziale. Qui il film mette insieme una serie di immagini finalizzate a restituire il clima di totale abbandono che si respirava in quei dintorni: scene prolungate di rapporti sessuali che scandiscono l'unica ricerca di edonismo e di piacere dominante nelle suddette occasioni. E tuttavia sul presupposto compiacimento sembra di poter dire che prevale una sorta di delusione, di non contentezza, come un qualcosa che si pensava più facile da ottenere e invece sfugge, proprio quando è a portata di mano. Si arriva all'ultima sequenza di questa prima parte nella quale Berlusconi vestito da odalisca tenta un approccio tra il divertito e il farsesco per avvicinare la moglie Veronica. In quella villa sontuosa di sua proprietà, comincia ad andare in scena il dramma familiare che sarà sviluppato nella seconda parte. Fino a qui, il film è da valutare, dal punto di vista pastorale, come complesso, problematico, non trascurando la possibilità di riflettere sull'argomento con dibattiti. Complesso perché l'approccio alle vicende del protagonista avviene per vie stratificate e mai prevedibili; problematico per la forte carica di incertezza che il regista getta sulle dinamiche dei vari comprimari di quali viene messa in evidenza l'oggettiva debolezza morale.
Utilizzazione
Questa prima parte è da proporre con molta attenzione in programmazione ordinaria, tenendo conto del contesto, della storia narrata, della oggettiva scabrosità di eventi e azioni. Forse la proposta può risultare più adatta per occasioni mirate (proiezioni speciali e cineforum).