Originario del New Jersey (nato nel 1949), Bruce Springsteen è un dei cantautori rock più importanti degli Stati Uniti. In arte “The Boss”, Springsteen ha inciso più di una ventina di album, vincendo un numero sterminato di riconoscimenti tra cui 20 Grammy Awards, un Premio Oscar (nel 1994 per la canzone “Street of Philadelphia” dal film “Philadelphia” di Jonathan Demme), due Golden Globe e un Tony Award. Alla 14a Festa del Cinema di Roma l’artista presenta “Western Stars”, film da lui scritto, prodotto e diretto prendendo le mosse dal suo ultimo album in studio. Condividendo la regia con Thom Zimny, già autore del documentario per Netflix “Springsteen on Broadway”, il film si pone come un docufilm dedicato alle 13 tracce del nuovo progetto musicale. In scena, ci sono Springsteen, la moglie cantautrice Patti Scialfa e un’orchestra di 30 elementi, che si esibiscono nel fienile di casa, spazio caro e ritrovo per concerti intimi tra familiari e amici.
Il film scorre come una dolce ballata rock dai riflessi country, in cui le esecuzioni live aprono a momenti in cui Springsteen si mette a nudo, tra pensieri, meditazioni e ricordi dal suo passato. Dalle sue parole in voice over si colgono il graffio della vita, il richiamo ai momenti di irrequietezza negli anni giovanili, ma anche il potere stabilizzante della famiglia, in primis l’amore per la moglie Patti da 27 anni. Bellissimi, poi, gli inserti con i filmini privati del Boss, pagine autentiche e tenere. Non mancano, inoltre, passaggi di respiro più esistenziale o spirituale, segno di un momento di grande maturità e riconciliazione per il cantautore. La regia avvolge l’artista, seguendolo con attenzione e partecipazione; a ben vedere, a volte i raccordi narrativi tra le canzoni possono sembrare un po’ statici o ripetitivi, ma nell’insieme il prodotto raggiunge grande fascino e persino passaggi poetici. Il tutto è impreziosito da una fotografia patinata ed elegante firmata da Joe Desalvo. “Western Stars” è un omaggio al Boss che si fa apprezzare da tutti, non solo dagli appassionati. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare come consigliabile e poetico.