Se il Noi vince sull’Io. Il cerchio si è chiuso. Lo strappo familiare, così doloroso, urlato e a tratti fuori controllo, alla fine si è rimarginato. E la scelta più rivoluzionaria sembra proprio quella di tornare a casa, di provare a ritessere in maniera resiliente i legami affettivi sfibrati. Riscoprire la centralità della famiglia è il completamento del viaggio di Noah, Helen e dei protagonisti della serie “The Affair”, prodotta da Showtime e in onda in Italia su Sky e NowTv dal 2016 al 2019. “The Affair 5” si è da poco conclusa, a inizio dicembre, in maniera definitiva, scegliendo una soluzione narrativa in controtendenza rispetto al suo incipit e svolgimento.

Noah, Helen e i ragazzi. Quelle di “The Affair” sono state cinque stagioni tematicamente molto complesse. Nella prima abbiamo assistito all’implosione di una coppia newyorkese, Noah (Dominic West) ed Helen (Maura Tierney), apparentemente felici con quattro figli. Tutto era iniziato con il tradimento di Noah, docente e scrittore emergente, perdendo la testa per la cameriera di provincia Alison (Ruth Wilson), traumatizzata dalla morte del figlio Gabriel. Il racconto è andato avanti con diversi punti di vista, diverse angolature ed emozioni sulla stessa vicenda. E per cinque stagioni abbiamo assistito a ogni sfumatura della crisi: personale, coniugale ma anche incidenti, separazioni, aule di tribunale, crolli psicologici, morti, sparizioni, violenze, riabilitazioni. Un corpus narrativo incandescente, a tratti realistico. Ora la quinta stagione mette alla prova di nuovo Noah ed Helen, cambiati, feriti, stanchi, dinanzi al futuro, prossimi al matrimonio della figlia Whitney.

Pros&Cons. Ha vinto diversi riconoscimenti la serie Tv “The Affair”, tra cui Golden Globe come miglior serie drammatica e per le interpretazioni di Ruth Wilson e Maura Tierney (bravissime!). “The Affair” è ideata da Sarah Treem e Hagai Levi, autori anche del successo di “In Treatment”. La scrittura di “The Affair” ha convinto da subito per l’originalità del modo di trattare la crisi coniugale. Gli attori, poi, hanno fatto tutti un lavoro eccellente, sorreggendo le svolte narrative più fragili nel corso delle stagioni e compensando le tante lungaggini. L’epilogo finale, alla quinta stagione, che a diversi è apparso con poco mordente o persino irritante, in realtà funziona bene, e molto, proprio perché vediamo i nostri protagonisti ricomporre in maniera credibile le fratture delle loro esistenze. Passata la tempesta, infatti, si ritrova la forza di risollevare le pareti di casa e di arrivare a capire che, dopo tutto e nonostante tutto, quello per cui veramente vale la pena vivere e battersi nella vita è la famiglia.

Articolo disponibile anche su Agenzia SIR

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