Dentro la Tv: “Vivi e lascia vivere” mélo familiare nella Napoli di oggi sul mondo del lavoro e la condizione della donna

sabato 9 Maggio 2020
Un articolo di: Sergio Perugini

Filumena Marturano. Si ispira alla figura di Filumena Marturano, al testo teatrale di Eduardo De Filippo del 1946, la serie “Vivi e lascia vivere” del regista Pappi Corsicato, che con una lunga carriera come documentarista e regista cinematografico incontra ora il piccolo schermo. “Il personaggio di Elena Sofia Ricci – indica Corsicato – è ispirato a quel tipo di donna che molti di noi hanno conosciuto nella vita o che abbiamo visto rappresentato in molti film. Io mi sono ispirato al personaggio di Filumena Marturano. Donne dal carattere forte che non hanno paura di mostrare le loro fragilità anche a costo di mettere a repentaglio la propria condizione”. In programmazione su Rai Uno dal 23 aprile per 6 prime serate (12 episodi in tutto), una coproduzione Rai Fiction e Bibi Film Tv, “Vivi e lascia vivere” con le prime puntate ha fatto registrare subito ascolti elevati, 7milioni di spettatori e più del 25% di share. Perno del racconto è Elena Sofia Ricci, affiancata anche da colleghi di lungo corso come Massimo Ghini, Iaia Forte e Teresa Saponangelo.

Cibo che salva. La vita di Laura (Elena Sofia Ricci) non è affatto facile. A cinquant’anni si ritrova sola, con tre figli ancora nel ciclo scolastico, un mutuo da pagare e un lavoro che manca. Il marito è dato per morto, ma in verità si è fatto una seconda vita. Laura non sa da dove ripartire. Alla fine punta tutto sulla cucina: si lancia in un’impresa di “street food”, la vendita timballi di riso da asporto.

Pros&Cons. Ideata dallo stesso regista Corsicato insieme a Monica Rametta, la serie punta sua una serie di temi di grande attualità: la famiglia, raccontata in affanno ma pronta a rialzarsi in maniera coesa; il lavoro che manca e da cui può provenire la spinta al cambiamento; il ruolo della donna non solo in famiglia ma anche sul posto di lavoro, sottoposta spesso a pesi e pressioni sfiancanti. Proprio da quest’ultimo aspetto parte Corsicato: fotografa donne ai margini della propria esistenza, della società, che sono capaci comunque di rialzarsi, nonostante tutto; donne che sanno legare ed essere solidali tra loro. Elena Sofia Ricci offre una bella prova d’attrice, distanziandosi dai ruoli già visti; a ben vedere si carica sulle sue spalle gran parte del successo della serie, sostenendo pure la sceneggiatura laddove non è sempre compatta o lineare. Si fa, infatti, un po’ fatica a volte a cogliere una linea chiara del racconto. Nota di pregio di “Vivi e lascia vivere” è lo sguardo sulla città di Napoli, volutamente distante dalle solite inquadrature. “Il mio desiderio – ha rimarcato Corsicato – è stato quello di far vedere un lato di Napoli che da molto tempo non si racconta più: i suoi colori, la sua luce, il suo splendore, quello che di fatto Napoli è sempre stata, una città che cambia continuamente e che si muove”.

Articolo disponibile anche su Agenzia SIR


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