Interpreti e ruoli
Nahuel Pérez Biscayart (Gilles), Laris Eidinger (Koch), Leonie Benesch (Elsa), Jason Nay (Max), Alexander Beyer (Il comandante), Giuseppe Schillaci (Marco), Nico Ehrenteit (Obersturmführer Krupp)
Soggetto
Francia occupata dai nazisti, anno 1942. Arrestato dai soldati delle SS insieme ad altri ebrei, Gilles viene condotto in un campo in transito verso la Germania. Scambiando parole con alcuni compagni di sventura, si salva facendo credere di non essere ebreo ma persiano…
Valutazione Pastorale
Dentro la tragica cornice della seconda guerra mondiale (e forse più in generale di tutte le guerre) si sono svolti, accanto a quelli più noti ed evidenti, altri episodi, magari meno degni di attenzione, forse meno importanti ma utili a disegnare un clima, a definire una situazione, la sua drammaticità, il tono di assurda disperazione. Il punto di partenza di questa storia non è un libro o un racconto, ma semmai va visto come la testimonianza complessiva di centinaia di storie simili che dicono come le persone riescono a salvarsi usando acume e intelligenza. La vicenda mette al centro il giovane Gilles che, arrivato ad un punto di non ritorno quando il suo destino di morte appare ormai segnato, si inventa di non essere ebreo ma un cittadino persiano. Con ciò attirando la curiosità dell’ufficiale tedesco addetto alla cucina, che lo incarica di insegnargli la lingua ‘farsi’. Gilles affronta vicende terribili, rischia più volte la vita, ma riesce a cavarsela e a citare, davanti ad un allibito tenente inglese, i nomi degli sventurati che hanno perso la vita nel campo di concentramento. Presentato alla scorsa edizione del Festival di Berlino e diretto dal regista russo Vadim Perelman, “Lezioni di Persiano” dice quanto sia necessario aguzzare l’ingegno per vincere la sadica ferocia dei nostri ‘simili’ e sopravvivere quando l’umanità è un deserto e la reciproca comprensione è un ricordo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte successive occasioni come possibilità di avviare riflessioni anche inedite sulla tragedia del secondo conflitto mondiale.