Presentata alla 19a Festa del Cinema di Roma (2024)
Interpreti e ruoli
Vanessa Scalera (Cosima ), Paolo De Vita (Michele ), Giulia Perulli (Sabrina ), Imma Villa (Concetta ), Federica Pala (Sarah ), Anna Ferzetti (Daniela, giornalista), Antonio Gerardi (Maresciallo Persichella), Giancarlo Commare (Ivano), Roberta Infantino (Valentina), Mimmo Mancini (Giacomo)
Soggetto
Avetrana, 26 agosto 2010. Sarah è una quindicenne nel pieno dell’adolescenza, desiderosa di farsi apprezzare dai suoi pari. Quel giorno ha preso accordi con la cugina ventenne Sabrina per andare insieme al mare. Al mare le due ragazze non arriveranno mai, perché Sarah scompare. Sabrina avverte la famiglia e si attiva un passaparola tra la comunità per ritrovare la giovane. Arrivano sul posto i primi giornalisti che amplificano subito il caso e insinuano la possibilità di un delitto consumato in ambiente familiare…
Valutazione Pastorale
La cronaca nera, la sua spettacolarizzazione, non smette di suscitare interesse nel Paese. Dopo “Il caso Yara. Oltre ogni ragionevole dubbio” di Gianluca Neri su Netflix, è la volta di “Qui non è Hollywood” di Pippo Mezzapesa, che ricostruisce il terribile omicidio avvenuto nella cittadina pugliese nel 2010. Il tracciato del racconto si muove lungo il binario del romanzo “Sarah la ragazza di Avetrana” di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni; a firmare la sceneggiatura è lo stesso Mezzapesa insieme ad Antonella W. Gaeta e Davide Serino. Prodotta da Groenlandia, la serie è su Disney+ da fine ottobre 2024 dopo la presentazione alla 19a Festa del Cinema di Roma.
La storia. Avetrana, 26 agosto 2010. Sarah è una quindicenne nel pieno dell’adolescenza, desiderosa di farsi apprezzare dai suoi pari. Quel giorno ha preso accordi con la cugina ventenne Sabrina per andare insieme al mare. Al mare le due ragazze non arriveranno mai, perché Sarah scompare. Sabrina avverte la famiglia e si attiva un passaparola tra la comunità per ritrovare la giovane. Arrivano sul posto i primi giornalisti che amplificano subito il caso e insinuano la possibilità di un delitto consumato in ambiente familiare…
“Il caso Avetrana – ha dichiarato il regista Mezzapesa – è una vicenda che, con la sua articolata complessità, la sua drammatica assurdità, non poteva non essere raccontata anche con il filtro della finzione. Un approccio che permette di discostarsi dalle limitazioni che pone la restituzione precisa della realtà, per inoltrarsi in una dimensione di immaginazione, di immedesimazione e analisi psicologica libera. Tutto dei fatti di Avetrana mi è sembrato da subito narrativamente rilevante (…). Ma erano i protagonisti della vicenda che mi attraevano”.
Dalla visione della serie “Qui non è Hollywood” emerge con chiarezza che non si tratta di una narrazione asciutta, oggettiva, bensì di uno sguardo sul crimine attraverso la psicologia dei suoi attanti. La serie cala lo spettatore nella quotidianità statica e afosa di Avetrana nell’agosto del 2010, tracciando le traiettorie della famiglia Scazzi e Misseri. Anzitutto c’è Sarah, una giovane desiderosa di futuro, di essere vista dai propri pari, e magari anche amata sognando il primo amore. Sarah rappresenta l’ingenuità della sua generazione, il desiderio di vita e “ribellione”. Non si accorge però che la sua vitalità rischia di essere di troppo per la cugina Sabrina, che avverte in lei una pericolosa rivale.
Al di là, però, delle psicologie dei singoli personaggi, quello che risulta più evidente è la presenza di un altro attante in campo: il ruolo dell’informazione, dei media in generale. “Qui non è Hollywood” dedica infatti ampio spazio all’esagerazione mediatica che ha avvolto il fatto di cronaca, sottolineandone il ruolo in prima linea nelle indagini e al contempo la responsabilità di una spettacolarizzazione oltre misura. In questo, la serie non sembra solo uno specchio riflettente e deformante di quanto avvenuto: è come se accettasse le stesse “regole del gioco” e ne prendesse alla fine parte. Nel marcare l’esagerazione grottesca e pruriginosa dello storytelling della cronaca nera, ne finisce invischiata.
Stilisticamente, “Qui non è Hollywood” possiede una buona narrazione come pure una regia presente e capace; ottimi gli attori in campo, soprattutto Vanessa Scalera nel ruolo di Cosima Misseri e Giulia Perulli in quelli di Sabrina. Il racconto ha forza, pathos ma anche una densità tematica sfidante e non poco problematica, da maneggiare con cura. Il rischio voyeurismo del macabro è dietro l’angolo. Serie complessa, problematica, per dibattiti.
Utilizzazione
La serie Tv richiede un pubblico adulto.