Presentato in Concorso alla 76a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia, "Gloria Mundi" ha ottenuto la Coppa Volpi per la miglio interpretazione femminile per Ariane Ascaride
Interpreti e ruoli
Ariane Ascaride (Sylvie ), Jean-Pierre Darroussin (Richard ), Gerard Meylan (Daniel), Anais Demoustier . (Mathilda), Robinson Stevenin (Nicolas), Lola Naymark (Aurore), Grégoire Leprince-Ringuet (Bruno)
Soggetto
Francia oggi. Alla nascita della piccola Gloria i due genitori trentenne, entrambi lavoratori precari, si imbattono in una sequela di difficoltà, potendo contare solo sull'aiuto dei propri cari...
Valutazione Pastorale
Nato a Marsiglia nel 1953, il regista e sceneggiatore francese Robert Guédiguian si è affermato nel cinema europeo come autore dallo sguardo sociale appassionato e profondo. Il suo sodalizio professionale e sentimentale con l’attrice Ariane Ascaride gli ha permesso di mettere a segno un campionario di stori di rara incisività e poesia; tra i titoli più recenti “Le nevi del Kilimangiaro” (2011) e “La casa sul mare” (2017). A Venezia 76 ha presentato “Gloria Mundi”, film dove ritornano anche altri volti noti del suo cinema come Jean-Pierre Darroussin e Gérard Meylan. Siamo a Marsiglia oggi, è appena nata la piccola Gloria in una famiglia di operai dallo stile di vita semplice e precario, sempre in attesa di un rinnovo contrattuale. Fulcro dell’azione è la mamma sessantenne, la nonna della piccola Gloria, che cerca di tenere compatto il nucleo familiare soggetto a frequenti inciampi o vere e proprie disgrazie. Ambientando l’azione a Marsiglia Guédiguian fotografa le difficoltà di vivere in una grande città portuale tra flussi migratori, assenza del lavoro e precarietà degli impieghi. Il regista si concentra sulla vicenda di una famiglia umile e ben di sposta alla fatica, su cui si abbatte una sequela di sventure che fanno mettere tutto in discussione. La famiglia che rappresenta il porto sicuro nella vita sembra in verità perdere la sua forza e capacità di tenuta. La paura per il domani e i piccoli (grandi) egoismi fanno concentrare i protagonisti su se stessi, perdendo di vista il prossimo. Non mancano slanci di fiducia e gesti di solidarietà. Nello specifico, con "Gloria Mundi" Guédiguian accorcia la distanza dal cinema di Ken Loach e dei fratelli Dardenne. Assistiamo infatti al calvario degli ultimi, dei dimenticati dalla società e dalle istituzioni, che arrancano per portare a casa un magro stipendio e provare a tenere in equilibrio la traballante dimensione familiare. È soprattutto il personaggio della Ascaride a virare in positivo, ad arginare le tensioni e le incomprensioni fra le due figlie, a lavorare fino allo sfinimento pur di assicurare il suo contributo a casa. Lei ha fatto di tutto per la sua famiglia ed è disposta a tutto pur di salvarla. Lei, come del resto la bimba Gloria, sono le luci che brillano in una storia amara e dolente. Dal punto di vista pastorale il film è complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito sul tema dell'emarginazione sociale, della povertà e della crisi del lavoro. Al centro del racconto anche la dimensione famiglia, il legame genitori-figli