Candidato a 6 premi Oscar nel 2021, "The Father" ha vinto la statuetta sia per la miglior sceneggiatura non originale sia per la miglior interpretazione maschile di Anthony Hopkins
Interpreti e ruoli
Anthony Hopkins (Anthony), Olivia Colman (Anne), Mark Gatiss (Bill), Imogen Poots (Laura), Olivia Williams (Catherine), Rufus Sewell (Paul)
Soggetto
Inghilterra oggi. Anthony è un uomo di 81 anni che vive solo in un elegante appartamento di Londra; a prendersi cura di lui c’è la figlia quarantenne Anne. Qualcosa inizia però a cambiare nella sua esistenza, non riconoscendo sempre alcune stanze oppure degli oggetti in casa, come pure a volte neanche la stessa figlia…
Valutazione Pastorale
In principio c’è una pièce teatrale del 2012, “Le père”, scritta dallo stesso Florian Zeller. L’autore francese classe 1979, dopo il successo riscosso nei teatri di Londra e New York, ha deciso di portare il progetto al cinema firmando sia la sceneggiatura – a quattro mani con Christopher Hampton, noto per “Le relazioni pericolose” (1989) – che la regia, segnando il suo esordio dietro alla macchina da presa. Nonostante gli stop and go richiesti dalla pandemia, “The Father” alla fine si è imposto all’attenzione internazionale correndo per i principali riconoscimenti tra cui Golden Globe, Bafta e soprattutto gli Academy Awards (sei nomination, due le statuette vinte). La storia: Anthony (Anthony Hopkins) è un uomo di 81 anni che vive solo in un elegante appartamento di Londra; passa a trovarlo sistematicamente la figlia Anne (Olivia Colman, sempre inappuntabile!). La donna gli annuncia il desiderio di un cambiamento di vita, l’imminente trasferimento a Parigi per seguire un nuovo amore. Anthony è scosso, non solo dalla notizia, ma dal fatto che la sua quotidianità vacilli senza più controllo: la casa gli appare ogni giorno diversa, e persino la figlia Anne sembra assumere atteggiamenti o connotati alterati. Tutto è sfumato, disorientante, angosciante…
Sorprende e atterrisce il film “The Father”, in primis per la cifra con cui l’autore racconta il divampare della malattia mentale in un uomo anziano, il deragliamento nelle praterie della demenza senile. Zeller mette a tema un argomento di forte attualità con una prospettiva abbastanza originale e inedita: non c’è infatti ricatto emotivo, non figurano stanchi stereotipi da mélo. Affatto. Il registro drammatico vira sul sentiero del giallo psicologico: nel film gli spettatori sono accanto ad Anthony nel suo disorientamento; si interrogano sulle anomalie cui l’uomo assiste. Progressivamente ci si accorge di essere nelle stanze della mente dell’uomo, chiamati a provare, come in uno sguardo in soggettiva, lo sconforto e la paura di chi vede sfumare via tracce della propria esistenza. La malattia è spietata e inclemente, non ci sono ripari.
E se Zeller mostra notevole capacità nel gestire tanto il copione quanto la regia, grande merito del successo di “The Father” è riconducibile di certo a Anthony Hopkins, che abita il personaggio con misura e incisività, esplorandone i vari stati d’animo. Sul suo volto vediamo infatti scorrere scariche di ilarità, ironia, asprezza, sconforto, paura, e infine il turbamento dell’impotenza, un pianto indifeso dinanzi a fragilità irreparabili. “The Father” è un’opera che si lascia apprezzare, e non poco, muovendosi come un magnetico thriller delle emozioni, che rifugge da pericolose scivolate melense. Dal punto di vista pastorale “The Father” è da valutare come consigliabile, problematico e per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito mettendo a tema la fragilità mentale, la demenza senile, esplorando anche le ricadute nel tessuto familiare. L'opera si dimostra particolarmente originale e valida nell'offrire uno sguardo ravvicinato sulla condizione del malato, le sfumature emotive che attraversa