Il film è in distribuzione sulla piattaforma Netflix
Interpreti e ruoli
Andrea Arcangeli (Roberto Baggio), Valentina Bellè (Andreina Baggio), Andrea Pennacchi (Florindo Baggio), Anna Ferruzzo (Matilde Baggio), Antonio Zavatteri (Arrigo Sacchi), Beppe Rosso (Giovanni Trapattoni), Roberto Turchetta (Carlo Ancellotti), Martufello (Carlo Mazzone), Thomas Trabacchi (Vittorio Petrone), Riccardo Goretti (Maurizio)
Soggetto
La vita e la carriera calcistica di Roberto Baggio, dagli esordi agli appuntamenti con la Nazionale....
Valutazione Pastorale
Dopo il biopic su Francesco Totti (il documentario di Alex Infascelli e la serie Sky “Speravo de morì prima” di Luca Ribuoli), ecco un altro campione del calcio italiano acclamato sullo schermo: è “Il Divin Codino”, sulla vita e carriera di Roberto Baggio, una produzione targata Netflix. Alla regia c’è Letizia Lamartire, forte anche del successo della serie “Baby” (è tra i registi della seconda e terza stagione), mentre volto del campione vicentino è Andrea Arcangeli (“Romulus”, 2020). Il racconto segue Baggio nei suoi ventidue anni di attività come professionista, passando dagli esordi nella Lanerossi Vicenza alla Fiorentina, per arrivare poi ai tanti appuntamenti della Nazionale tra cui la finale di Coppa del mondo Italia-Brasile nel 1994, a quel memorabile rigore sbagliato. Baggio viene raccontato soprattutto per il suo talento e la sua resilienza, la capacità di riprendersi dai tanti infortuni, come pure per il suo ancoraggio familiare e il legame stabilizzante con la fede buddista. Se nel complesso l’operazione “Il Divin Codino” può apparire senza dubbio valida, si notano alcune incertezze tanto nella regia di Lamartire quanto nella sceneggiatura di Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo. “Il Divin Codino” appare infatti una successione di quadri visivi della storia di Baggio abbastanza slegati, senza dare compattezza e adeguata complessità al racconto. Il rischio è quello di una storia che rimane in superficie, senza troppi sussulti, esposta al rischio del “santino”. Peccato… Bravo Arcangeli nella caratterizzazione, abile nel sottrarsi al rischio di operazioni macchiettistiche. Dal punto di vista pastorale “Il Divin codino” è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito, approfondendo i temi dello sport e della famiglia.