La serie è in distribuzione sulla piattaforma Netflix
Interpreti e ruoli
Michael Douglas (Sandy Kominsky), Alan Arkin (Norman Newlander), Kathleen Turner (Ruth), Sarah Baker (Mindy Kominsky), Nancy Travis (Lisa), Lisa Edelstein (Phoebe), Paul Reiser (Martin), Haley Joel Osment (Robby), Danny DeVito (Dr. Wexler), Morgan Freeman (Morgan Freeman), Jane Seymour (Madelyn)
Soggetto
La storia è incentrata sulle (dis)avventure di due ultrasettantenni a Los Angeles. Sandy Kominsky è un attore che ha esaurito smalto, che vive con la figlia Mindy insegnando recitazione. Il suo agente, nonché amico di lunga data, Norman è rimasto vedovo e fatica a trovare motivazioni per andare avanti. A questo si aggiungono i tipici problemi di salute dell’età, bilanci economici non sempre solidi e il desiderio di sentirsi ancora amati…
Valutazione Pastorale
Forse in pochi in Italia conoscono Chuck Lorre, sceneggiatore, regista e produttore newyorkese classe 1952. Se si citano però alcuni dei suoi lavori, tra serie Tv e sitcom, tutto si fa più chiaro: “Dharma & Greg” (1997-2002), “Due uomini e mezzo” (2003-2015) e “The Big Bang Theory” (2007-2019). Nel 2018 Lorre ha realizzato per la piattaforma Netflix la serie “Il metodo Kominsky” ("The Kominsky Method"), coinvolgendo due attori di peso di Hollywood, i Premi Oscar Michael Douglas e Alan Arkin. Critica e pubblico hanno salutato subito con grande entusiasmo la prima stagione, che si è aggiudicata due Golden Globe (Miglior serie comica e miglior attore Douglas). Su Netflix sono seguite poi altre due stagioni (2018, 8 episodi; 2021, 6 episodi). Nell’insieme “Il metodo Kominsky” è una serie di certo geniale, con un umorismo intelligente e graffiante, spesso anche a tinte nere. La serie ha una scrittura solida e calibrata, con una perfetta gestione dei tempi comici. A dare grande compattezza al racconto è senza dubbio la recitazione di Michael Douglas e Alan Arkin, davvero esilaranti e in parte nei personaggi. Con grande mestiere tratteggiano nel dettaglio Sandy e Norman, mettendo in scena una bella amicizia che diventa ancoraggio nella disorientante stagione della terza età. E ancora, nella terza stagione a imprimere forza attrattiva al racconto è il duetto Michael Douglas e Kathleen Turner (insieme hanno realizzando film cult come “All’inseguimento della pietra verde” del 1984, “Il gioiello del Nilo” del 1985 e “La guerra dei Roses” del 1989). È proprio grazie a loro, infatti, che “Il Metodo Kominsky 3” trova senso, arricchendosi anche di atmosfere dolci e malinconiche. Sembra di assistere a una Master Class di due veterani di Hollywood che non hanno mai perso smalto; certo, non sono più giovani né ruggenti, ma i due attori possiedono comunque fascino, e non poco. Un viale del tramonto che oscilla tra scena e vita vera, che regala tenerezza, sorrisi e commozione. “Il metodo Kominsky”, con i suoi episodi da 30 minuti, si discosta dalla comicità tipica e ripetitiva da sitcom, dove spesso situazioni o battute appaiono esili, vaporose; al contrario, nel “Metodo Kominsky” c’è profondità e tra le tante occasioni umoristiche si insinuano affondi drammatici e interessanti riflessioni sul senso della vita. Dal punto di vista pastorale la serie “Il metodo Kominsky” è una serie consigliabile, problematica e adatta per dibattiti.
Utilizzazione
La serie è adatta per dibattiti perché riflette in chiave brillante sulla stagione della terza età, affrontando temi come la famiglia, la coppia, i problemi di salute, la paura della morte ma anche il desiderio di vita, la voglia di riscatto. Valori centrali sono l'amicizia e le relazioni familiari. Si tratta ovviamente di un prodotto pensato per un pubblico adulto, per la complessità delle storie affrontate e le sfaccettature dei personaggi, ma anche per il linguaggio (su Netflix c’è infatti il divieto per i minori di 14 anni).