“Wicked: Parte 1”

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Animali, Avidità, Avventura, cinema/teatro, Dialogo, Disabilità, Donna, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Letteratura, Libertà, Male, Metafore del nostro tempo, Potere, Solidarietà, Teatro
Genere
Avventuroso, Commedia, Fantastico, Musical, Sentimentale
Regia
Jon M. Chu
Durata
160'
Anno di uscita
2024
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Wicked: Part 1
Distribuzione
Universal Pictures International Italy
Soggetto e Sceneggiatura
Adattamento del musical "Wicked" e del romanzo "Strega. Cronache dal Regno di Oz in rivolta" di Gregory Maguire, la sceneggiatura è firmata da Winnie Holzman, Dana Fox
Fotografia
Alice Brooks
Musiche
Stephen Schwartz, John Powell
Montaggio
Myron Kerstein
Produzione
Marc Platt, David Stone, Wayne Cilento, Joe Mantello, Tony Winters. Casa di produzione: Marc Platt Productions, Universal Pictures

Interpreti e ruoli

Cynthia Erivo (Elphaba ), Ariana Grande (Glinda ), Michelle Yeoh (Madame Morrible), Jonathan Bailey (Principe Fiyero), Jeff Goldblum (Mago di Oz), Ethan Slater (Boq ), Marissa Bode (Nessarose )

Soggetto

Nella fantastica terra di Oz, all’Università di Shiz, si ritrovano Elphaba, figlia più grande del governatore Thropp, presa di mira per la pelle verde color smeraldo, e l’avvenente e biondissima Glinda, la più popolare tra gli studenti. Elphaba e Glinda sono diverse tra loro, per carattere e comportamento; devono però condividere la stessa stanza oltre che le lezioni. Le loro giornate a Shiz vengono alterate da una serie di avvenimenti: l’arrivo del principe Fiyero, una strana scomparsa dei docenti animali tra cui il prof. Dillamond, cui Elphaba è legata, segno di un inasprimento delle tensioni sociali a Oz, e infine, una serie di sospettosi atteggiamenti da parte della preside Madame Morrible…

Valutazione Pastorale

Una delle colonne della Hollywood classica è di certo il genere musical. Tra quelli che hanno segnato la storia del cinema “Cappello a cilindro” (1935), “Un americano a Parigi” (1951) e “Cantando sotto la pioggia” (1952). E ovviamente anche “Il mago di Oz” (1939). A distanza di oltre ottant’anni arriva ora nei cinema un omaggio al celebre musical su Oz: è “Wicked” per la regia di Jon M. Chu, adattamento del romanzo “Strega. Cronache dal Regno di Oz in rivolta” di Gregory Maguire del 1993 ma soprattutto del musical dei record in scena a Broadway da ormai 20 anni: il debutto è avvenuto nel 2003, raggiungendo a oggi un incasso di 6 miliardi di dollari. Protagoniste di “Wicked” Cynthia Erivo (“Harriet”, 2019) e la pop star Ariana Grande. Nel cast anche la Premio Oscar Michelle Yeoh, Jeff Goldblum e Jonathan Bailey.
La storia. Nella fantastica terra di Oz, all’Università di Shiz, si ritrovano Elphaba, figlia più grande del governatore Thropp, presa di mira per la pelle verde color smeraldo, e l’avvenente e biondissima Glinda, la più popolare tra gli studenti. Elphaba e Glinda sono diverse tra loro, per carattere e comportamento; devono però condividere la stessa stanza oltre che le lezioni. Le loro giornate a Shiz vengono alterate da una serie di avvenimenti: l’arrivo del principe Fiyero, una strana scomparsa dei docenti animali tra cui il prof. Dillamond, cui Elphaba è legata, segno di un inasprimento delle tensioni sociali a Oz, e infine, una serie di sospettosi atteggiamenti da parte della preside Madame Morrible…
Il regista Jon M. Chu (suoi sono “Crazy & Rich” del 2018 e “Sognando a New York” del 2021) si trova a dirigere un titolo ad alto budget targato Universal Pictures. “Wicked”, diviso in due film (la seconda parte arriverà nel novembre 2025) in linea con i due atti dello show di Broadway, si configura come una potenziale hit da botteghino, soprattutto nel mondo anglosassone, dove la cultura del musical è più radicata. Inoltre, elemento di attrazione per il pubblico di giovanissimi è la presenza della pop star Ariana Grande. Se a questo aggiungiamo una girandola di effetti speciali, suggestioni che “rubano” molto allo sfondo visivo-culturale di “Harry Potter”, tutto ciò lascia presagire una indovinata formula da successo. A ben vedere, però, la struttura del racconto e lo svolgimento non sempre risultano a fuoco, con un adeguato ritmo. La storia incede a corrente alternata, tra trovate acute (i richiami metaforici al rovesciamento sociale con parallelismi alle misure repressive nazi-fasciste) e furbizie narrative, qua e là puntellate di lungaggini senza mordente. L’idea di fondo è simile a quella di “Maleficent”: perché un personaggio vira nel sentiero del male? Cosa ha generato tale fama negativa? Un’opera, dunque, che si muove sulla linea di confine tra verità e menzogna, tra apparenze e falsità, incentrata su un duetto-duello al femminile dove brillano le performance della Erivo e della Grande, di certo poderose, che però non bastano a dare corpo e sostanza a un film di 160 minuti, che spesso si perde in distrazioni e in una fantasmagoria di effetti visivi fuori controllo. Consigliabile, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Programmazione ordinaria e successive occasioni di approfondimento.

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