Sguardi sulla disabilità. È la proposta per l’estate della Commissione nazionale valutazione film in accordo con il Servizio per la pastorale delle persone con disabilità della Chiesa cattolica italiana. Un percorso cinematografico, dai riverberi pastorali ed educational, che mette a tema la condizione della persona con disabilità nella dimensione familiare e negli spazi della società. Tutti titoli disponibili sulle principali piattaforme.
“Sound of Metal” (Prime Video)
È stato uno dei film rivelazione agli Oscar 2021, dove ha ottenuto con due statuette. Parliamo di “Sound of Metal” (2020) esordio alla regia dello sceneggiatore Darius Marder, un ruvido e suggestivo viaggio nell’esistenza di un musicista rock che viene sopraffatto dalla sordità ed è chiamato a reimparare la grammatica del comunicare. Il protagonista Ruben (Riz Ahmed) inizia un percorso di lettura interiore, di accettazione di sé, superando le fratture accumulate negli anni; un viaggio senza ritorno verso un domani diverso, comunque migliore … “Sound of Metal” è un film duro, spigoloso, potente che non può lasciare indifferenti; e soprattutto da non etichettare “banalmente” come un’opera sulla condizione di persone con disabilità: è un racconto di formazione sul valore della vita, in ogni sua angolatura. Dal punto di vista pastorale “Sound of Metal” è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
“Luca” (Disney+)
Non è un film che affronta in maniera diretta la disabilità. Il cartoon “Luca” (2021), firmato dal regista Enrico Casarosa, racconta la condizione di ragazzi emarginati in cerca di riscatto e di integrazione. “Luca” è un inno poetico alla solidarietà, che sbaraglia con giocosità temi complessi come bullismo e paura dell’“altro”; un film che si rivela inoltre un meraviglioso omaggio all’Italia, alla sua tradizione paesaggistica e culinaria, ma soprattutto alla sua memoria culturale. Grazie a una regia solida, brillante e marcata da poesia, “Luca” combina le stanze del sogno, della memoria, con quelle del presente, accendendo di colori l’orizzonte di chi guarda; una pioggia di belle emozioni visive e uditive, che regalano divertimento e trasporto. “Luca” crea incanto e nel contempo ci ricorda il valore di molti elementi chiave nella vita: in primis il bisogno di avere amici, buoni amici, come pure di non rinunciare mai al dialogo in famiglia, anche se idee e progetti personali generano più scintille che consensi; e ancora, l’importanza della scuola, presidio della buona crescita, porto sicuro da cui partire per tracciare la mappa dei propri sogni. Dal punto di vista pastorale il film “Luca” è raccomandabile, poetico e per dibattiti.
“Volevo nascondermi” (Now-Sky)
Vincitore di 7 David di Donatello, tra cui miglior film 2021 e dell’Orso d’argento per la miglior interpretazione maschile al Festival di Berlino 2020, il film “Volevo nascondermi” (2020) di Giorgio Diritti ci consegna un potente e poetico ritratto del pittore-scultore Toni Ligabue interpretato da Elio Germano. Con “Volevo nascondermi” Diritti firma la sua opera più bella e convincente, dai non pochi richiami al cinema contadino di Ermanno Olmi. Il film è un cammino di accesso all’animo complesso e fragile di Toni Ligabue, un uomo vissuto ai margini della famiglia e della società, che riesce a trovare la sua forma di contatto con il mondo attraverso l’arte. I suoi dipinti, infatti, su tavolette, tele oppure pareti, risultano degli affreschi dell’anima, specchi riflettenti di un disperato bisogno di vita e di amore. Ligabue voleva soprattutto essere notato e accolto; e grazie all’arte è riuscito a far sentire la propria voce, lasciando scoprire al mondo quel giardino fiorito all’interno del suo cuore solitario. Dal punto di vista pastorale “Volevo nascondermi” è consigliabile, problematico e per dibattiti.
“Quello che tu non vedi” (Prime Video)
Tratto dal romanzo di Julia Walton, “Quello che tu non vedi” (“Words On Bathroom Walls”, 2020) firmato da Thor Freudenthal è un teen movie che mette a tema la schizofrenia in età adolescenziale, un racconto drammatico che esplora difficoltà e stati d’animo di un giovane che si sente emarginato, ma che grazie all’amore per una ragazza e al sostegno della famiglia (come pure della scuola) riesce a guadagnare un nuovo equilibrio, aprendosi al riscatto e alla speranza. “Quello che tu non vedi” aggiunge un altro tassello al ricco mosaico cinematografico e televisivo di racconti di disabilità e malattia nell’orizzonte dell’adolescenza – “Braccialetti rossi” (2014-16); “Colpa delle stelle” (2014); “Mio fratello rincorre i dinosauri” (2019) – e lo fa affrontando, con delicatezza e una buona dose di ironia, un tema particolarmente ostico e respingente: la disabilità mentale. Una storia d’amore marcata da speranza e amicizia, un inno alla vita e alle sue sorprese. Per dirla con le parole del protagonista Adam: “Amore e onestà non guariscono la malattia, ma danno una mano”. Dal punto di vista pastorale “Quello che non vedi” è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
“Il giardino segreto” (Prime Video)
La scrittrice inglese Frances Hodgson Burnett (1849-1924) è uno dei riferimenti per la letteratura dell’infanzia, autrice di opere come “Il giardino segreto”, “La piccola principessa” e “Il piccolo Lord”, tutti adattati più volte tra cinema e Tv. Dalla fine del 2020 su Prime Video è disponibile una nuova versione del “Giardino segreto” (“The Secret Garden”) diretta dal regista britannico Marc Munden, interpretata dai veterani Julie Walters e Colin Firth. Perché vederlo? Principalmente per la storia che non smette mai di appassionare, dai tanti risvolti educativi: la protagonista Mary si ritrova orfana all’età di nove anni ed è costretta ad andare a vivere a casa dello zio rimasto vedovo e con un figlio con disabilità. Mary entra in una casa gelida, priva di dialogo e di tenerezza. La sua ostinazione spinge anche gli abitanti della casa a ritrovare uno sguardo nuovo con cui rapportarsi alla vita, a riannodare i fili sfibrati del cuore e della memoria. Un racconto vibrante dal chiaro respiro educativo. Dal punto di vista pastorale “Il giardino segreto” è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Su VatiVision la serie “Vizi e Virtù” e il doc “Se ti abbraccio non aver paura”
Diversi sono i titoli che approfondiscono il tema della disabilità sulla piattaforma VatiVision. Si segnala anzitutto la serie “Vizi e Virtù. Conversazione con Francesco”, sette episodi diretti da Dario E. Viganò con don Marco Pozza e la partecipazione speciale di papa Francesco. Un racconto in cui si affrontano, guardando all’oggi, i sette vizi e virtù: storie dense di fratture, di tormenti, sempre puntellate però da sorrisi e voglia di andare avanti; racconti veri che virano verso orizzonti di fede e di ritrovata fiducia. In particolare, nella seconda puntata “Disperazione e speranza”, viene proposta la storia del piccolo Sirio, bambino di sette anni affetto da tetraparesi spastica, e della sua famiglia, che non si è mai arresa alla disperazione.
Da vedere infine è il documentario “Se ti abbraccio non avere paura” (2021) di Niccolò Maria Pagani, che ci consegna il ritratto di un padre e un figlio con autismo, Franco e Andrea Antonello, che si mettono in gioco con la vita e la strada percorrendo in moto prima parte dell’Europa e poi l’Africa del Nord, sino alle soglie del Sahara. Un diario di bordo che sconfina dalle rotte geografiche ai sentieri del cuore.