Il film è stato presentato in anteprima mondiale della 78a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia
Interpreti e ruoli
Timothée Chalamet (Paul Atreides), Oscar Isaac (Leto Atreides), Rebecca Ferguson (Lady Jessica), Zendaya (Chani Kynes), Josh Brolin (Gurney Halleck), Stellan Skarsgard (barone Vladimir Harkonnen), Charlotte Rampling (Gaius Helen Mohiam), Jason Momoa (Duncan Idaho), Chang Chen (dott. Wellington Yueh), Sharon Duncan-Brewster (dott.ssa Liet-Kynes), Javier Bardem (Stilgar)
Soggetto
Al duca del pianeta di Caladan, Leto Atreides, viene affidata dall’Imperatore la complessa missione di gestione del pianeta desertico di Arrakis, luogo dove viene estratta una preziosa spezia, sostanza determinante per il controllo dell’universo. Il duca si reca sul pianeta consapevole dei non pochi rischi che corre, decidendo di portare con sé anche la compagna Lady Jessica e il figlio Paul Atreides...
Valutazione Pastorale
Alla 78a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia è stato uno dei titoli più attesi, benché fuori concorso. Parliamo di “Dune”, kolossal fantastico che si muove su un domani distopico firmato dal visionario regista canadese Denis Villeneuve, che si è fatto conoscere e apprezzare da critica e pubblico per progetti innovativi come “Sicario” (2015), “Arrival” (2016) e “Blade Runner 2049” (2017). “Dune” è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Frank Herbert, portato inizialmente sullo schermo in un’unica versione da David Lynch nel 1984. La Warner Bros. e Legendary Pictures hanno ripreso in mano il progetto declinandolo su più titoli, una vera e propria saga cinematografica.
La storia: Al duca del pianeta di Caladan, Leto Atreides (Oscar Isaac), viene affidata dall’Imperatore la complessa missione di gestione del pianeta desertico di Arrakis, luogo dove viene estratta una preziosa spezia, sostanza determinante per il controllo dell’universo. Il duca si reca sul pianeta consapevole dei non pochi rischi che corre, decidendo di portare con sé anche la compagna Lady Jessica (Rebecca Ferguson) e il figlio Paul Atreides (Timothée Chalamet). Su Arrakis la famiglia del duca finisce subito nella morsa di due agguerriti accerchiamenti, nella vertigine di un sanguinoso attentato. A essere in pericolo è soprattutto Paul, considerato il predestinato, colui che dovrà guidare la “guerra santa”…
Senza voler trovare punti di contatto o divergenza con l’opera di Lynch, il nuovo “Dune” ci parla di un domani segnato da violenze e aggressioni, da una ricerca della speranza tramite un “salvatore” capace di ricondurre le esistenze di più pianeti a nuova pace. Se la storia è nota, un vero e proprio cult per gli amanti della fantascienza, quello che interessa di più è analizzare le scelte di regia di Denis Villeneuve. Il regista – come fatto già con il sequel di “Blade Runner” – non si sente affatto intimorito dal progetto, anzi compone un racconto avvincente ricorrendo a uno stile visivo originale e ricercato, assolutamente raffinato, dove l’azione è bilanciata da una adeguata introspezione dei personaggi. E tra gli strumenti che funzionano meglio nella sua orchestra è proprio Timothée Chalamet, che dimostra di essere cresciuto, e non poco.
Come ogni saga che si rispetti, si veda ad esempio quella di “Star Wars”, l’epopea del giovane protagonista Paul Atreides si muove su un orizzonte che va dai modelli classici della fiaba ai rimandi biblico-cristologici. Insomma, c’è un po’ di tutto alla base del racconto, in primis il cammino di formazione di un eroe riluttante chiamato a grandi gesta per il bene comune. Ottima prova pertanto per Denis Villeneuve, che con “Dune” mette a segno un film riuscito e coinvolgente, anche se a ben vedere un po’ appesantito da alcuni passaggi insistiti o didascalici, che rallentano il decollo dell’azione. Dal punto di vista pastorale “Dune” è consigliabile e problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di approfondimento come metafore del nostro tempo, mettendo a tema le dispersioni generate dalla brama di potere e corruzione. Attenzione ai minori per la presenza di scene segnate da violenza e combattimenti.