Academy Awards edizione 94. Annunciate l’8 febbraio le candidature ai prossimi Premi Oscar promossi dalla Academy of motion picture arts and sciences (Ampas). A guidare la pattuglia di film più nominati “Il potere del cane” (“Power of the dog”), “Dune”, “Belfast” e “West Side Story”. L’Italia è in corsa con “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, ma non solo… Ecco il punto Cnvf-Sir sulle nomination.
Se il miglior film arriva da Venezia78
È il western-noir esistenziale “Il potere del cane” della neozelandese Jane Campion in testa alle nomination degli Oscar 2022 con ben 12 candidature tra cui miglior regia e sceneggiatura. Già vincitrice di una statuetta nel 1994 per la sceneggiatura di “Lezioni di piano”, la Campion segna ora un primato come unica donna ad essere stata nominata due volte per la regia. Insieme al “Potere del cane” sono in lizza per la statuetta più importante: “Dune” di Denis Villeneuve (che totalizza 10 nomination), “Belfast” di Kenneth Branagh (7 nomination), “West Side Story” di Steven Spielberg (7 candidature).
E ancora: “Una famiglia vincente. King Richard” di Reinaldo Marcus Green, “Licorice Pizza” di Paul Thomas Anderson, “Don’t Look Up” di Adam McKay, “Nightmare Alley” di Guillermo del Toro, “I segni del cuore” (“Coda”) di Sian Heder. Nella partita del miglior film si inserisce anche il giapponese “Drive My Car” di Ryūsuke Hamaguchi; l’opera ottiene anche la candidatura per la regia, la sceneggiatura non originale e il film in lingua straniera.
Una curiosità. Guardando la rosa dei candidati a miglior film o quelli con più nomination si segnalano molti titoli presentati in anteprima mondiale alla 78a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia: “Il potere del cane”, “Dune”, “The Lost Daughter”, “Madres paralelas”, “Spencer” ed “È stata la mano di Dio”. Un riconoscimento dunque per Alberto Barbera e il suo team nel saper intercettare le nuove tendenze del cinema mondiale.
Attrici e attori in gara per la statuetta
La categoria probabilmente dove la “battaglia” è più serrata è ancora una volta quella femminile. A comporre infatti la cinquina per la miglior attrice protagonista sono tutte interpreti maiuscole che hanno regalato una performance significativa: Jessica Chastain per “Gli occhi di Tammy Faye”, Olivia Colman per “The Lost Daughter”, Nicole Kidman in “Being the Ricardos”, Penélope Cruz in “Madres paralelas” e Kristen Stewart in “Spencer”. Sarà la volta buona per la Chastain, più volte nominata ma mai incoronata? Oppure il bis della Colman, dopo “La favorita” nel 2019? E ancora, occhio alla Stewart per lo struggente biopic su Lady D: un ruolo che cambia la carriera.
Nella categoria attrice non protagonista si potrebbe scommettere di certo sul bis di Judi Dench, davvero straordinaria nel film “Belfast” di Branagh. Attenzione però alle giovani Jessie Buckley per “The Lost Daughter” e Ariana DeBose rivelazione in “West Side Story” di Spielberg. Da non dimenticare, però, anche l’intensa Kirsten Dunst nel “Potere del cane” oppure Aunjanue Ellis nel ruolo di “madre coraggio” nel biopic “Una famiglia vincente. King Richard” sulle tenniste Williams.
Veniamo agli uomini. In testa ai pronostici c’è Benedict Cumberbatch che nel film di Jane Campion è una vera colonna portante, nel ruolo di un cowboy ruvido e fragile. Straordinario! L’Oscar potrebbe incoronare una carriera già solidissima. Si fa largo anche il nome di Will Smith, alla terza nomination, per il ruolo energico e avvolgente di Richard Williams nel citato biopic sulle tenniste. Occhi puntati anche sul veterano Denzel Washington per “The Tragedy of Macbeth” e su Javier Bardem per “Being the Ricardos” (l’attore spagnolo ha già vinto un Oscar con i fratelli Coen nel 2008 per “Non è un Paese per vecchi”).
Da non sottovalutare infine Andrew Garfield per la performance tra drama e musical in “Tick, tick…BOOM!”. Sorprendente.
Infine, gli attori non protagonisti: Kodi Smit-Mcphee e Jesse Plemons entrambi per “Il potere del cane”, i veterani Ciarán Hinds per “Belfast” e J.K. Simmons (già vincitore di un Oscar) per “Being the Ricardos”. Infine, Troy Kotsur per “I segni del cuore” (“Coda”).
Oscar chiama Italia
C’è molta Italia in questa 94a edizione degli Academy Awards. Anzitutto Paolo Sorrentino con “È stata la mano di Dio”, che corre nella categoria miglior film internazionale. Il regista napoletano ha già ottenuto un Oscar nella stessa categoria nel 2014 per “La grande bellezza”. Le speranze di un bis sono molte, perché “È stata la mano di Dio”, forte del Leone d’argento a Venezia78, è un film che si sta facendo molto amare a livello internazionale, racconto tra memoria sociale e diario privato nella Napoli anni ’80 ai tempi dello scudetto con Diego Armando Maradona. Una poesia d’amore verso la città partenopea, l’indimenticato campione di calcio e soprattutto verso il cinema, che riesce a salvare anche dinanzi agli strappi della vita. Unico possibile ostacolo per Sorrentino sembra essere il giapponese Ryūsuke Hamaguchi con “Drive My Car”, già vincitore del Golden Globe per la categoria film in lingua straniera.
Batte bandiera italiana il cartoon della Disney-Pixar “Luca” diretto dal regista Enrico Casarosa: l’amicizia tra tre ragazzi in una magica estate in Liguria. “Luca” deve contendersi il titolo di miglior film animato con gli agguerriti “Encanto” e “Raya e l’ultimo drago”, sempre targati Disney, come pure il danese “Flee” e “The Mitchells vs. the Machines” della Sony.
Infine, chiama indirettamente in campo l’Italia la prima regia dell’attrice statunitense Maggie Gyllenhaal, “The Lost Daughter”. Il film prende infatti le mosse dal romanzo di Elena Ferrante “La figlia oscura” (2006). L’esordio della Gyllenhaal è stato salutato favorevolmente alla Mostra del Cinema di Venezia dove ha ottenuto il premio per la miglior sceneggiatura. Ora agli Oscar 2022 corre per tre candidature pesanti: attrice protagonista Olivia Colman, non protagonista Jessie Buckley e la stessa Gyllenhaal per la sceneggiatura non originale. Scopriremo insieme maggiori dettagli sugli Oscar nelle prossime settimane, in vista della cerimonia fissata per domenica 27 marzo da Los Angeles.
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