I segni del cuore. Coda

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Amore-Sentimenti, Arte, Dialogo, Disabilità, Donna, Educazione, Emarginazione, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Lavoro, Matrimonio - coppia, Metafore del nostro tempo, Politica-Società, Scuola, Solidarietà
Genere
Commedia, Drammatico, Sentimentale
Regia
Sian Heder
Durata
111'
Anno di uscita
2021
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Coda
Distribuzione
Eagle Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Sian Heder
Fotografia
Paula Huidobro
Musiche
Marius De Vries
Montaggio
Geraud Brisson
Produzione
Philippe Rousselet, Fabrice Gianfermi, Patrick Wachsberger. Casa di produzione: Vendôme Pictures, Pathé Films

Il film ha ricevuto 3 candidature agli Academy Awards 2022: miglior film, attore non protagonista Troy Kotsur e sceneggiatura non originale di Sian Heder

Interpreti e ruoli

Emilia Jones (Ruby Rossi), Troy Kotsur (Frank Rossi), Marlee Matlin (Jackie Rossi), Daniel Durant (Leo Rossi), Eugenio Derbez (prof. Bernardo Villalobos), Ferdia Walsh Peelo (Miles), Amy Forsyth (Gertie), Kevin Chapman (Brady)

Soggetto

Massachusetts oggi, in una cittadina sulla costa non troppo distante da Boston, vive la famiglia Rossi: il padre Frank, la madre Jackie e i due figli, il ventenne Leo e la liceale Ruby. In famiglia sono tutti non udenti dalla nascita tranne Ruby, che costituisce di fatto il collegamento dei Rossi con la comunità locale. La famiglia gestisce un peschereccio e fanno parte di un consorzio di pescatori. Iscrivendosi al coro della scuola, guidato dal il prof. Bernardo Villalobos, Ruby si accorge di avere uno spiccato dono per il canto e così coltiva il sogno di un’audizione presso il prestigioso Berklee College of Music....

Valutazione Pastorale

In principio “La famiglia Bélier” (“La Famille Bélier”), commedia sociale francese del 2014 diretta da Éric Lartigau, che ha folgorato critica e pubblico in Europa per la modalità di racconto brillante e inclusivo di una famiglia di non udenti: un piccolo grande film che ha mandato in frantumi molti stereotipi narrativi sulla sordità. A distanza di quasi dieci anni Hollywood rilegge la storia in chiave strettamente statunitense, dando vita a un racconto simile ma al tempo stesso differente, mettendo in campo inedite sfumature. Parliamo del film “I segni del cuore. Coda” scritto e diretto dalla regista Sian Heder, uscito nelle sale nel 2021 e ora in risalto tra le piattaforme grazie agli Oscar: è nominato come miglior film, sceneggiatura non originale e attore non protagonista Troy Kotsur.
La storia. Massachusetts oggi, in una cittadina sulla costa non troppo distante da Boston, vive la famiglia Rossi: il padre Frank, la madre Jackie e i due figli, il ventenne Leo e la liceale Ruby. In famiglia sono tutti non udenti dalla nascita tranne Ruby, che costituisce di fatto il collegamento dei Rossi con la comunità locale. La famiglia gestisce un peschereccio e fanno parte di un consorzio di pescatori. Iscrivendosi al coro della scuola, guidato dal il prof. Bernardo Villalobos, Ruby si accorge di avere uno spiccato dono per il canto e così coltiva il sogno di un’audizione presso il prestigioso Berklee College of Music. Quando a casa scoprono le intenzioni della ragazza i Rossi vanno in stallo, tra paura per il possibile trasferimento di Ruby a Boston e lo spaesamento di non avere più lei come supporto nei rapporti con la comunità e nel lavoro di tutti i giorni.
La struttura narrativa del film “I segni del cuore. Coda” ricalca abbastanza quella della commedia francese, soprattutto nelle dinamiche di confronto, conflitto e riconciliazione tra l’adolescente e i genitori. Le differenze tra i due film si notano principalmente nella contestualizzazione della storia, qui la costa americana che vive di pesca e fatica a gestire un settore sempre più in difficoltà. In particolare, vengono messi in evidenza i sentimenti di paura e pregiudizio (reciproci) tra i Rossi e la comunità del posto. Frank e Jackie guardano con sospetto gli altri, perché temono di non essere compresi e dunque accolti, proprio per il loro essere non udenti; Jackie si rapporta con insicurezza alle altre donne del consorzio, convinta che la giudichino, che la emarginino intenzionalmente. Impressioni infondate che generano l’(auto)isolamento della famiglia, al di là della disabilità.
Tra gli altri elementi di pregio della versione hollywoodiana della “Famiglia Bélier” troviamo il rapporto tra i due fratelli, Leo e Ruby, decisamente più articolato e ricco di sfumature, come quello con l’insegnante di musica, il prof. Villalobos (anche se Eugenio Derbez rischia a volte l’inciampo nella macchietta comica), oppure con l’amico-innamorato Miles (Ferdia Walsh-Peelo). È da segnalare che nel film statunitense per il ruolo dei familiari di Ruby sono stati coinvolti tutti attori realmente non udenti, tra i quali c’è Marlee Matlin già vincitrice dell’Oscar nel 1987 per “Figli di un dio minore”.
Nel complesso “I segni del cuore. Coda” è un film che coinvolge e conquista per la tenerezza con cui racconta l’abbandono del nido familiare da parte di una giovane in cerca di sé e del proprio domani; un racconto che tratteggia con rispetto anche lo spaesamento di genitori mai del tutto preparati al distacco. Su tale storia fa perno il tema della disabilità uditiva, gestito sempre con grande rispetto, freschezza e ironia. Forse la portata “innovativa” del racconto risuona di intensità minore rispetto a quando uscì “La famiglia Bélier”, tra i film apripista di una nuova prospettiva inclusiva. Nell’insieme “I segni del cuore. Coda” è una riuscita commedia familiare dal respiro sociale, consigliabile, problematica e per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito

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