Dopo l’anteprima lo scorso gennaio 2022, torniamo a parlare di “Licorice Pizza” commedia sentimentale firmata dal regista cult Paul Thomas Anderson, in sala dal 17 marzo e in corsa agli imminenti Premi Oscar con tre candidature pensati: miglior film, regia e sceneggiatura originale. Il film è un “Tempo delle mele” hollywoodiano a colpi rock anni ’70 che conquista per stile, freschezza e tenerezza. Sognante.
Paul Thomas Anderson e l’American dream
Amore, amore, amore… sulle note vibranti del rock. E ancora la caotica stagione dell’adolescenza, la voglia di mordere la vita e di innescare l’ascensore sociale cavalcando l’“American dream”. Di tutto questo, e anche di più, ci parla “Licorice Pizza”, l’ultimo film scritto e diretto dallo statunitense Paul Thomas Anderson. L’autore californiano, classe 1970, è considerato uno dei più brillanti e acuti della sua generazione, pluripremiato nei grandi festival – tra i riconoscimenti l’Orso d’oro alla Berlinale per “Magnolia” (2000) e il Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia per “The Master” (2012) – e più volte vicino all’Oscar, soprattutto con i film “Il petroliere” (2007) e “Il filo nascosto” (2017). Con “Licorice Pizza”, titolo che viene dal nome di una catena di dischi statunitense, il regista realizza una riuscita e coinvolgente fotografia generazionale, dell’America anni ’70, raccontando l’amore candido e sognante tra due giovani. Sullo sfondo le sirene di Hollywood, il desiderio di evadere dalla periferia e il mondo che vira verso una crisi petrolifera.
La storia
San Fernando Valley, Los Angeles, 1973. In un liceo, sul set fotografico per l’annuario scolastico, si incontrano il quindicenne Gary Valentine e la ventenne Alana Kane. Tra i due nasce una simpatia, che vista la differenza d’età prende il solo sentiero dell’amicizia. Ben presto i rumorosi sogni di futuro dei due giovani trovano strade comuni: prima si lanciano nella vendita telefonica di materassi ad acqua, poi passano per piccoli ruoli su set cinematografici, e infine si mettono in gioco tra l’avventura di una campagna elettorale e l’allestimento di una sala giochi. Tortuosi e spensierati progetti di vita dove riesce a sbocciare anche l’amore…
Voglia di leggerezza
Che meraviglia è “Licorice Pizza”! Una vera e propria sorpresa in questa vivace stagione cinematografica, film che potrebbe sparigliare le carte ai prossimi Academy Awards. Paul Thomas Anderson è tornato alla regia mostrando il suo indiscusso talento ma anche una ritrovata leggerezza, quella possibilità di abbandonarsi ai vibranti e inebrianti amori giovanili che tutto possono, tutto valicano. “Licorice Pizza” è il racconto di un amore adolescenziale, di un “Tempo delle mele” in salsa hollywoodiana, dove non ci sono scivolate mielose, bensì stilose pennellate di sentimento che girano su note rock. Il legame tra Gary e Alana è mostrato in tutta la sua giocosità e tenerezza; un amore “grezzo”, puro, come sono anche i volti di questi due giovani attori al loro debutto sul grande schermo, visi non levigati, ma profondamente ordinari, persino imperfetti, che brillano di luce avvolgente e magnetica. Gary e Alana sono interpretati rispettivamente da Cooper Hoffman, figlio del compianto Philip Seymour Hoffman (amico-attore ricorrente nei film di Paul Thomas Anderson), e Alana Haim, nota principalmente come cantante. I due attori emergenti sono il cuore pulsante di un racconto intenso e brillante, scritto e diretto con grande mestiere da Anderson; il film è impreziosito, oltre che da una gustosa colonna sonora cui collabora anche Jonny Greenwood dei Radiohead, anche da guest star di peso come Sean Penn, Bradley Cooper e Tom Waits, nei panni di consumate o scombinate celebrità hollywoodiane. Nell’insieme “Licorice Pizza” è un’opera che affascina per la cornice storica e per le dotte referenze che Paul Thomas Anderson imbastisce (come un “filo nascosto”) nel tessuto della narrazione, ma soprattutto che diverte e intenerisce nel mostrare un amore goffo, chiassoso, ma così emozionante da rimanere appiccicato. Dal punto di vista pastorale “Licorice Pizza” è consigliabile, problematico e per dibattiti.