Dentro la Tv: Su Sky e Now la docuserie “Una squadra” sul tennis italiano anni ’70
lunedì 13 Giugno 2022
Un articolo di:
Sergio Perugini
Racchette d’autore. Nel cinema hollywoodiano gli sport più ricorrenti sono stati per anni baseball, football americano e pallacanestro. Recentemente qualcosa sta cambiando, la forbice narrativa si sta allargando e altre discipline entrano in campo. Ad esempio, il tennis è protagonista con “Borg McEnroe” (2017) di Janus Metz, sul mitico duello tra Björn Borg e John McEnroe, e nel riuscito “Una famiglia vincente. King Richard” (2022) di Reinaldo Marcus Green, sull’ascesa delle campionesse da record Venus e Serena Williams. Ancora, tra i doc si segnalano “Resurfacing” (2019, Prime Video) sul britannico Andy Murray e “Fabio. Prendere o lasciare” (2021, TimVision) sul nostro Fabio Fognini. Da maggio 2022 una bella novità è su Sky e Now: la docuserie “Una squadra” di Domenico Procacci, che celebra una stagione mitica.
Coppa Davis. Il perimetro narrativo sono gli incontri della Coppa Davis tra il 1976 e il 1980. Il team italiano composto dalla nuova leva di campioni Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli raggiunge la finale ben quattro volte salendo sul podio nel 1976, nella controversa competizione in Cile.
Pros&Cons. La docuserie “La squadra” ha già ottenuto un riconoscimento, il Nastro d’argento per l’esordio alla regia di Domenico Procacci. Il noto produttore, fondatore della Fandango, ha sposato il progetto in maniera completa, non solo curandone regia e produzione, ma anche scrivendolo insieme al giornalista Lucio Biancatelli e allo scrittore Premio Strega Sandro Veronesi. Presentata al 39° Torino Film Festival e al cinema a inizio maggio, “Una squadra” è su Sky-Now con 6 episodi da 50 minuti, un vero e proprio regalo per gli amanti della pallina gialla e una curiosità storica da non perdere per la platea allargata. “Una squadra” è l’appassionante, ironico, acuto nonché avvincente racconto di una stagione d’oro del tennis nazionale: i fuoriclasse Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli ci vengono mostrati negli anni ’70, attraverso il loro talento, le loro origini e formazione, la loro complicità o in alcuni casi persino rivalità (le scintille tra Panatta e Barazzutti), come pure i rapporti a corrente alternata con il veterano Nicola Pietrangeli o il dirigente sportivo Mario Belardinelli.
Nella docuserie entra anche lo sfondo culturale, sociale e politico del tempo: dalla relazione di Panatta con la cantante Loredana Bertè, l’amicizia con Renato Zero, all’acceso confronto politico-mediatico sulla finale della Davis da disputare in Cile guidato da Augusto Pinochet. Un racconto che si compone di filmati storici, di interviste dagli archivi del Luce-Cinecittà e dalle Rai, a lunghe conversazioni con i campioni oggi, che rileggono il proprio passato muovendosi sul terreno dell’ironia, della nostalgia e della commozione. Una docuserie che conquista, coinvolge, appassiona, soprattutto per il brivido dell’agone ma anche per l’ammirazione verso figure iconiche, quasi delle “divinità” sportive anzitempo rispetto al tennis giocato poi da Agassi, Sampras e Graff oppure dagli inarrivabili Federer, Djokovic, Nadal o dalle sorelle Williams. Docuserieconsigliabile, semplice e adatta per dibattiti.