Presentato “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti, in gara a Cannes76
mercoledì 19 Aprile 2023
Un articolo di:
Sergio Perugini
“Le piattaforme vanno bene per le serie tv. I film si fanno per il cinema”. È quanto ha dichiarato Nanni Moretti in conferenza stampa, presentando il suo ultimo lavoro “Il sol dell’avvenire” – prodotto da Sacher Film, Fandango, Rai Cinema e Le Pacte – nei cinema da giovedì 20 aprile in 500 sale con 01 Distribution. Una grande scommessa distributiva, legata al seguito di cui gode il noto autore e anche forte della partecipazione del film in Concorso al 76° Festival di Cannes (16-27 maggio), dove sarà in cartellone insieme a “Rapito” di Marco Bellocchio e “La chimera” di Alice Rohrwacher. L’ultima Palma d’oro assegnata all’Italia risale al 2001, vinta proprio da Moretti con “La stanza del figlio”.
“Sono sempre andato contro le tendenze”, ha raccontato Moretti sottolineando il suo impegno a favore del cinema e della centralità della sala nella filiera. “Negli anni ’80 – ha dichiarato – ho aperto la mia casa di produzione. Anni dopo, quando i cinema erano in crisi o chiudevano, io ho inaugurato il Nuovo Sacher. Era il novembre del 1991. Più di quindici anni fa, quando nessuno scommetteva o supportava gli esordienti, ho creato la rassegna ‘Bimbi Belli’ nell’Arena del Nuovo Sacher. E anche oggi continuo a fare i film per gli spettatori di cinema”.
L’autore, parlando della sua partecipazione a Cannes, si è soffermato sul valore del cinema italiano e sulle difficoltà nella programmazione: “Ci sono tanti film d’autore. Un tempo venivano curati bene, coccolati, preparati per l’uscita con attenzione. Ora vengono gettati allo sbaraglio e il pubblico non capisce bene cosa esca”. Ha poi aggiunto: “Il nostro cinema è vivo, ricco di registi e film, ma privo di cura e attenzione intorno. Mancano anche trasmissioni tv che si occupano di cinema, mentre di libri ci sono”.
Queste considerazioni dell’autore si legano al fatto che la sua ultima opera, “Il sol dell’avvenire”, è una riflessione sul cinema, tra creazione e professione, oscillando tra stringente attualità (le difficoltà produttive, il rapporto scivoloso con le piattaforme, ecc.) e diffusa poesia. Una riflessione su chi abita e crede ancora nel cinema, nella sua capacità di raccontare la realtà e al tempo stesso di squarciare lampi di fiducia sul domani.
Moretti firma un’opera stratificata, densa di suggestioni e citazioni cinematografiche (tra le quali “Lola” di Jacques Demy e “8½” di Federico Fellini), musicali (Franco Battiato, Fabrizio De André, Noemi), politiche e biografiche attraverso la storia del regista Giovanni (Moretti), affiancato dalla moglie produttrice Paola (Margherita Buy), alle prese con il suo nuovo copione, un progetto ambientato nella Roma del 1956, tra le fila del Pci, al tempo della drammatica notizia dell’invasione sovietica in Ungheria. Un film nel film (più film), tra affondi storico-politici e tragici parallelismi con il nostro presente, con la guerra sul confine d’Europa. “Ho chiuso la sceneggiatura – ha spiegato Moretti – insieme a Francesca Marciano, Valia Santella e Federica Pontremoli nel giugno del 2021, molti mesi prima dell’invasione della Russia in Ucraina. L’idea di ambientarlo nel ’56 in verità si lega a un progetto sviluppato prima di lavorare a ‘Tre piani’, poi non portato a termine”.
Presenti in conferenza stampa Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Mathieu Amalric e Valentina Romani. Orlando, attore di riferimento insieme alla Buy del cinema di Moretti, ha sottolineato: “Per capire come sta Nanni Moretti bisogna guardare i suoi film. Questo film è una summa, la chiusura di un cerchio”. A ben vedere, Moretti è in ottima forma!