“Buffalo Kids”: un’avventura nel selvaggio West tra amicizia, solidarietà e coraggio
venerdì 8 Novembre 2024
Un articolo di:
Eliana Ariola
Diretto da Juan Jesús García Galocha (“Mummie a spasso nel tempo”, 2023) e Pedro Solís García, “Buffalo Kids” è un film di animazione capace di coinvolgere grandi e piccoli per la qualità visiva, il ritmo serrato e il mix perfetto di avventura, umorismo e commozione che riesce a creare.
La storia. Stati Uniti, 1886, Mary e Tom, due fratelli irlandesi, sbarcano a New York dopo un lungo viaggio in transatlantico: sono orfani e stanno raggiungendo l’unico parente rimastogli, lo zio Niall, che li verrà a prendere al porto. Ma qualcosa va storto, lo zio non arriva e i due, dopo averlo aspettato inutilmente per ore, decidono di raggiungerlo in California. Senza soldi e con solo un indirizzo su una vecchia busta, Mary e Tom riescono fortunosamente a salire su un treno che trasporta un gruppo di orfani che viaggiano per incontrare le loro nuove famiglie. Qui trovano un amico speciale Nick, un ragazzino tetraplegico che non riesce a parlare, ma che, come dice l’accompagnatrice dei bambini, Eleanor, non ne ha bisogno perché “parla con gli occhi”. I tre diventano inseparabili condividendo un’avventura straordinaria tra banditi, indiani ed eroi sorprendenti.
“Buffalo Kids” ci parla di amicizia, solidarietà, innocenza e coraggio, quello dei protagonisti certo, ma anche quello dei registi nel raccontare con semplicità – senza “sconti”, ma naturalmente, dato il target di riferimento, anche senza insistito realismo – la disabilità, e una disabilità importante come quella di Nick, che è sempre coinvolto e protagonista in ogni azione. Bello e forte il legame tra i due fratelli, un filo troppo semplicistica la divisione tra buoni e cattivi, felice e aperto alla speranza il finale. Presentato in Concorso nella sezione Elements +6 al 54°Giffoni Film Festival, il film ha vinto il premio Easy Jet Special Award. “Buffalo Kids – si legge nella motivazione – tratta con delicatezza questioni legate all’inclusione e alla diversità, spaziando dalle persone con disabilità, all’accettazione di diverse culture e comunità, fino ai bambini in situazioni familiari fragili. Nonostante la complessità dei temi, il film riesce a mantenere un tono dinamico, leggero e ottimista. Il viaggio attraverso gli Stati Uniti fa da sfondo a un percorso interiore dei personaggi che, ascoltandosi e accogliendosi reciprocamente, superano i propri limiti e imparano ad esprimere i propri talenti mettendoli al servizio del gruppo”. La dedica che compare sullo schermo alla fine spiegherà molte cose, almeno agli adulti. Consigliabile, brillante, per dibattiti.