Molte le novità in sala da giovedì 21 febbraio. Ecco la selezione di quattro film nella rubrica di cinema del Sir e della Commissione nazionale valutazione film Cei. In evidenza troviamo: il biopic a sfondo politico-sociale negli USA “The Front Runner. Il Vizio del Potere” di Jason Reitman, la commedia tra malattia e riscatto con Fabrice Luchini “Parlami di te” firmata Hervè Mimran, il mélo esistenziale “Quello che veramente importa” di Paco Arango e la commedia sul rapporto uomo-cellulare con “Modalità areo” di Fausto Brizzi.
“The Front Runner. Il Vizio del Potere”
Dopo “Juno” (2007), “Tra le nuvole” (2009) e “Tully” (2018), il regista Jason Reitman torna al cinema con “The Front Runner. Il Vizio del Potere”, sulla vicenda del politico USA Gary Hart. Prendendo le mosse dal libro “All the Truth Is Out” del giornalista Matt Bai, il film di Reitman ricostruisce il percorso elettorale di Gary Hart, senatore del Colorado, pronto a battere George Bush nel 1988 nella strada verso la Casa Bianca; una volata elettorale che subisce però una sterzata a causa di uno scandalo privato e un intervento senza precedenti della stampa. Reitman ci offre un’istantanea di come politica e giornalismo siano cambiati irreversibilmente sulla soglia degli anni ’90; un ritratto di un mondo in accelerazione pronto a spingere sempre più su toni accesi, urlati ed esagerati. Il fatto compiuto da Hart, una caduta nella vita familiare, diventa un boomerang di portata elettorale; il regista passa dalla storia del singolo al ritratto del Paese, sulla via di una spettacolarizzazione senza margini di controllo. Film dall’andamento narrativo serrato, con attori in parte, soprattutto Hugh Jackman, Vera Farmiga e J.K. Simmons. Dal punto di vista pastorale, il film è complesso, problematico e adatto per dibattiti.
“Parlami di te”
Fabrice Luchini non sbaglia un film. L’attore francese noto per “Molière in bicicletta” (2013) e “La corte” (2015) – film che gli permesso di vincere la Coppa Volpi alla 72a Mostra del cinema della Biennale di Venezia –, arriva ora nelle sale con “Parlami di te” (“Un homme pressé”) di Hervè Mimran: lo scontro con la malattia e la voglia di riscatto. La storia: Alain è un professionista di successo, dedito unicamente al lavoro. Un giorno si sente male, colpito da improvviso ictus; sopravvissuto all’attacco, Alain si rimette faticosamente in gioco con la vita, imparando a riparlare correttamente e soprattutto a recuperare i rapporti con la figlia, deragliati nella sua continua assenza. Una storia già vista, che trova forza e spessore grazie alla performance di Luchini, credibile e convincente, con una interpretazione di alta scuola. Dal punto di vista pastorale, il film è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
“Quello che veramente importa”
Siamo sempre sul terreno della malattia, anche qui declinata con i toni della commedia garbata e per lo più della favola: “Quello che veramente importa” (“The Healer”) del regista spagnolo Paco Arango, con protagonisti due volti del serialità tv internazionale come Camilla Luddington (“Grey’s Anatomy”) e Oliver Jackson-Cohen (“Un mondo senza fine”). È la storia di un giovane dalla vita sregolata e senza impegno, che si rimette in gioco in una piccola comunità della Nuova Scozia in Canada; un percorso che lo aprirà al senso di prossimità e a riprendere il dialogo con la fede. Un film dalla struttura narrativa semplice, scorrevole, con intenti educational. Dal punto di vista pastorale, il film è consigliabile, semplice e adatto per dibattiti.
“Modalità aereo”
Nel corso degli ultimi anni, soprattutto dopo “Perfetti sconosciuti” (2016) di Paolo Genovese, sono aumentate le commedie su guadagni e dispersioni con l’uso di smartphone e social media. Ora è nelle sale “Modalità aereo” del regista-sceneggiatore Fausto Brizzi – suoi sono “Notte prima degli esami” (2006), “Ex” (2009), “Maschi contro femmine” (2010) – che ironizza sulle conseguenze della perdita del proprio cellulare. La storia: il ricco imprenditore Diego, dimentica lo smartphone in aeroporto prima di imbarcarsi su un volo per Sydney; l’apparecchio viene recuperato da due addetti alle pulizie che lo usano in ogni modo, accedendo alla sua rubrica e ai contatti bancari. Il copione poggia su una collaudata formula di gag ed equivoci, ispirandosi alla tradizione della commedia italiana. Gli attori protagonisti ci mettono una bella spinta dinamica: da Paolo Ruffini, Lillo e Violante Placido a Dino Abbrescia e Caterina Guzzanti. Dal punto di vista pastorale il film è consigliabile e brillante.
Articolo originale pubblicato su Agenzia SIR
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