Speranza. “Credo che una parte del segreto di questo successo si chiami solidarietà, ed è quella che il pubblico percepisce come segnale di speranza che riesce sempre a infondere Mina”. Così la regista Tiziana Aristarco nell’introdurre la terza stagione della sua creatura “Mina Settembre”: “Lei è una donna che sa ascoltare e aiutare. In questo modo i problemi delle tante persone che incontra diventano anche nostri. Quel senso di solitudine che abbiamo nel cuore, si assopisce guardando la nostra assistente sociale al lavoro. Nella nostra storia, c’è un messaggio di speranza. La cosa di cui abbiamo sempre più bisogno”. Da un’idea di Maurizio De Giovanni – dai suoi romanzi sono tratte tre fiction di punta della Rai: oltre a “Mina Settembre” “I bastardi di Pizzofalcone” e “Il commissario Ricciardi” –, la serie ha debuttato con successo nel 2021 macinando solidi ascolti. Dal 12 gennaio è in onda la terza stagione con sei prime serate, dodici episodi in tutto. A produrla sono Rai, Italian International Film della famiglia Lucisano e Agata produzioni. Protagonista una trascinante Serena Rossi affiancata da Giuseppe Zeno, Marisa Laurito, Christiane Filangieri, Ludovica Nasti, Valentina D’Agostino, Rosalia Porcaro. Tra le novità del cast Chiara Russo ed Erasmo Genzini.
Napoli. Dopo le incertezze iniziali, tra Mina e Domenico è finalmente amore. I due decidono di sposarsi per poter prendere in affido l’adolescente Viola. Il lavoro al consultorio nel cuore della città prosegue senza sosta e tra le novità c’è anche una giovane e impulsiva collega, Fiore, che Mina aiuterà nell’inserimento…
Pros&Cons. La prima puntata della nuova stagione ha raccolto quasi 5 milioni di spettatori e il 26% di share. Qual è il segreto di questa serie che trova il favore di un pubblico ampio e differenziato? Anzitutto la sua protagonista, Mina Settembre, un’assistente sociale che si batte per i più disagiati, sempre in prima fila sul fronte dei conflitti e pronta ad aprire a chiunque le porte del suo studio oppure di casa. Mina accorre dove c’è bisogno. Non è però il ritratto piano di una buona samaritana: è schietta, diretta, sanguigna, pronta anche a qualche scorrettezza per un bene più grande. È un’eroina sociale del nostro presente, imperfetta e trascinante. A ben vedere non è molto distante da suor Angela di “Che Dio ci aiuti”. E a imprimere forza al personaggio è la recitazione di Serena Rossi, che la abita con naturalezza e convinzione; per un attore è un personaggio-dono, che fa la differenza in carriera, perché entra con facilità nel cuore degli spettatori. A questo si aggiungono comprimari di talento, tra cui Napoli: il successo della serie non sarebbe tale senza la città, presente con la sua solarità, i suoi paesaggi suggestivi, le sue strade affascinanti e caotiche, come pure i suoi chiaroscuri. E poco importa se a volte il copione sembra un po’ semplice e prevedibile, perché a funzionare è principalmente quell’atmosfera che fonde spensieratezza, ironia e mélo, un mix narrativo che regala evasione e conforto. Proprio come ha dichiarato la regista Aristarco: “Mina Settembre ci fa sentire meno soli”. Serie consigliabile, problematica, per dibattiti.