Tutto merito di Terence Hill. È partita nel 2011 quasi come uno spin-off di “Don Matteo”. Stiamo parlando di “Un passo dal cielo”, serie crime giunta alla quinta stagione su Rai Uno, in onda ogni giovedì dal 12 settembre, prodotta da Rai Fiction e Lux Vide della famiglia Bernabei. Nel 2011 il comandante della Guardia forestale di San Candido in Trentino-Alto Adige aveva lo sguardo ceruleo di Terence Hill, volto memorabile di tanti western al cinema ma anche del prete più famoso del piccolo schermo. È stato proprio Terence a far decollare la serie, che si è proposto da subito come crime tra le montagne, ma anche family drama con inserti da commedia brillante. Nel 2017, poi, alla quarta stagione, c’è stato il passaggio di consegne con Daniele Liotti. Un successo, tanto da metterne in cantiere una quinta , ora in programmazione nell’autunno di Rai Uno.
Poliziesco tra le alpi. Non c’è solo Liotti a trainare il racconto; del cast si ricordano Enrico Ianniello (bravissimo!), così come Gianmarco Pozzoli, Matteo Martari, Pilar Fogliati e Rocio Munoz Morales. La storia: gli strascichi della setta Deva si fanno ancora sentire nella vita del comandante della forestale Francesco Neri, intento a rintracciare il figlio scomparso e a riannodare i fili della sua storia d’amore con l’etologa Emma Giorgi. Il commissario Vincenzo Nappi, al di là dei casi di lavoro che segue sempre con arguzia, si trova di fronte alla sfida più grande: fare il padre di una bambina; un padre solo, perché la compagna Eva Fernández è fuggita dalle proprie responsabilità per traumi e paure.
Pros&Cons. Diciamolo subito protagonisti indiscussi della serie sono le Dolomiti e i suggestivi paesaggi di San Candido e del Trentino-Alto Adige tutto, a cominciare dal lago di Braies. La forza di “Un passo dal cielo 5” risiede proprio nel mostrare come un vero attore sul set lo scenario naturale, che mozza il fiato e incanta lo sguardo. La regia (Jan Maria Michelini, Raffaele Androsiglio e Cosimo Alemà) offre vedute sorprendenti, con movimenti di macchina vorticosi e immersivi. La linea narrativa nel complesso è buona e avvincente con le diverse storie in campo, mescolando toni noir e romance. A ben vedere, la serie è un collaudato mix di sottogeneri funzionali all’aggancio di un pubblico generalista, di differente età (compresa la storia d’amore tra adolescenti, Isabella e Klaus, contrastati dalle famiglie). Forse non tutto torna sempre in termini di racconto; alcuni passaggi infatti appaiono un po’ forzati o persino “telefonati” (le continue insidie della setta Deva oppure l’ennesimo, stancante, ripensamento di Eva). La serie però viaggia solida e spedita, grazie a un cast affiatato e a un magnetismo dello scenario naturale che da solo vale la visione.
Articolo disponibile anche su Agenzia Sir
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