Stelle della Tv. È considerato il riconoscimento più ambito per miniserie e serie Tv, negli Stati Uniti ma non solo. Parliamo degli Emmy Awards, nati nell’immediato Secondo dopoguerra e attribuiti ogni anno alle migliori produzioni televisive, piattaforme incluse. Per la 76a edizione, in calendario il 15 settembre, svelate le nomination: si profila una “battaglia” tra pochi, fortissimi, titoli. A fare il pieno di candidature è la serie storico-drammatica “Shōgun” (Disney+) firmata da Rachel Kondo e Justin Marks, dall’omonimo romanzo di James Clavell: 25 nomination tra cui miglior drama. E sempre Disney+ mette a segno altri due primati: sue le altre serie più nominate, la seconda stagione di “The Bear” con 23 candidature e la terza stagione di “Only Murders in the Building” con 21. Nella rosa dei titoli più influenti agli Emmy figurano anche il crime “True Detective: Night Country” (Hbo, Sky), che corre per 19 statuette, e la serie storico-biografica “The Crown” (Netflix), che incassa ben 18 candidature tra cui miglior serie drammatica e protagonista Imelda Staunton nel ruolo di Elisabetta II.

“The Crown 6”. Tra le serie dell’anno da (ri)vedere durante l’estate in attesa degli Emmy c’è di certo la sesta e ultima stagione di “The Crown”, titolo identitario di Netflix, tra i suoi primi e più importanti successi, firmata del geniale autore britannico Peter Morgan. La serie è nata nel 2016, con l’intento di raccontare il regno di Elisabetta II tra sguardo pubblico e privato, tra sfide politiche, tensioni sociali e fratture familiari. La sua peculiarità è stata quella di essere imponente come un grande racconto storico e al contempo appassionante come un dramma shakespeariano, un drama su una delle famiglie reali più (in)seguite di sempre.
La stagione conclusiva di “The Crown” si concentra sulla fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, sottolineando la tragedia della morte di Lady Diana, la perdita di popolarità della corona e l’incognita sul futuro, non solo del regno ma anche rispetto alla morte. Gioiello della stagione è l’episodio finale “Sleep, Dearie, Sleep”: la conclusione è bellissima, intensa e toccante. Un finale perfetto, sia per lo sguardo politico sia per quello personale, introspettivo.

Nell’insieme, il racconto si conclude in maniera sicura e riuscita, mettendo a segno un affresco storico imponente ed elegante, abile nel gestire le rotte della Storia e al contempo romanzare una vicenda privata, che continua a destare attenzione e fascino. Un’opera di grande qualità narrativa e visiva, ottima per interpretazioni e realizzazione, senza dimenticare la riuscita colonna sonora. “The Crown” ha pochi pari nel panorama audiovisivo contemporaneo. Consigliabile, problematica, per dibattiti.