Emmmy72, il bottino è tutto di HBO. Nonostante la pandemia ancora in corso, a Los Angeles si è tenuta la cerimonia dei premi Emmy, i riconoscimenti più importanti del piccolo schermo e ora anche delle piattaforme. Un’edizione, questa 72a, a ben vedere che entrerà nella storia, perché senza pubblico e con uno svolgimento a dir poco originale: in studio il comico Jimmy Kimmel e a casa tutti i candidati. E a brillare nella notte delle stelle della Tv sono soprattutto le produzioni di HBO e Netflix, che totalizzano rispettivamente 30 e 21 statuette. È in particolare il colosso HBO – che tutti ricordano per la serie evento “Game of Thrones” – che ottiene il bottino più ricco con le serie “Watchman” (11 riconoscimenti, tra cui miniserie drammatica e attrice Regina King), “Succession” (7 premi) ed “Euphoria” (3 premi, con la giovanissima Zendaya che ottiene la statuetta come miglior interprete drammatica davanti a Olivia Colman di “The Crown 3”). Ma a colpire di più tra quelle incoronate dagli Emmy è, per il secondo anno consecutivo, la serie tv “Succession”, che primeggia come miglior serie drammatica, regia, sceneggiatura e attore protagonista Jeremy Strong.
“Parenti serpenti”. Era il titolo di un film di Mario Monicelli del 1992. E “Parenti serpenti” potrebbe essere tranquillamente il sottotitolo della serie “Succession” (in onda in Italia su Sky-NowTv dal 2018 con due stagioni all’attivo), ovvero la storia del tycoon Logan Roy e dei suoi quattro figli – Connor, Kendall, Shiv e Roman – che giocano un feroce e spietata partita a scacchi per la successione per la guida della potente Media Company di famiglia.
Pros&Cons. È senza dubbio uno dei successi più intriganti degli ultimi anni. “Succession”, ideata da Jesse Armstrong e che vede tra i produttori – ma anche alla regia del primo episodio – Adam McKay, autore di “Vice. L’uomo nell’ambra” (2018), ci conduce con il suo stile elegante e spietato lungo un tracciato dove si incontrano dramma e black humor, la messa in scena di scontro tra i componenti di una famiglia. Tutto inizia quando il capofamiglia Logan subisce un ictus e questo innesca nei suoi figli e relativi consorti una brama di potere, il desiderio di sedere in cabina di comando. Ecco allora scivolare il racconto nelle zone grigie dei sentimenti, anzi nell’ombra delle relazioni dove egoismi personali frantumano rispetto e prossimità. “Succession” mette in scena un teatro comico efferato, mutuando idee e suggestioni dal grande bardo, da Shakespeare. La serie, adatta a un pubblico adulto, mostra il volto cinico e crudele dell’umanità, frantumata in isole, in un egocentrismo senza controllo. Agli Emmy avrebbero potuto dare un premio a tutto il cast, all’intera famiglia Roy: tutti eccezionali nel mostrare sguardi risoluti e fragili, taglienti e smarriti. Un campionario umano disperso e tragicomico, una fiera delle contraddizioni narrate però con grande stile.