“Father and Son”. Sulle notte di Cat Stevens del 1970, introduciamo il sofferto e tortuoso percorso di un padre imperfetto alla ricerca del proprio figlio. È “Io ti cercherò”, miniserie in quattro puntate in onda su Rai Uno e disponibile anche sulla piattaforma RaiPlay; alla regia c’è il veterano Gianluca Maria Tavarelli (nel suo curriculum si ricordano le miniserie “Paolo Borsellino” e “Maria Montessori” come pure le serie “Il giovane Montalbano” e “Maltese”), mentre tra gli autori figurano Leonardo Fasoli e Monica Rametta. La produzione è targata Publispei (per intenderci quella di “Un medico in famiglia”) insieme a Rai Fiction. Protagonista assoluto è Alessandro Gassmann; e accanto ritroviamo Maya Sansa, Andrea Sartoretti, Luigi Fedele e Giordano De Plano.
Un poliziotto controcorrente. Roma, oggi. Valerio (Gassmann) è un ex poliziotto radiato dall’arma. L’uomo vive ai margini della Capitale, accontentandosi di un lavoro modesto, senza troppe attese sul domani. Quando il figlio Ettore (Fedele), poco più che ventenne, viene trovato morto lungo il letto del Tevere, Valerio viene assalito dalla disperazione e dai sensi di colpa: tra di loro era calato il silenzio e ora questa morte improvvisa lo getta nella totale disperazione. Ben preso l’uomo si accorge che qualcosa non torna nelle indagini della polizia; troppe incongruenze e depistaggi, al punto tale da spingere Valerio a procedere in prima persona per la ricerca della verità.
Pros&Cons. È un racconto duro, bruciante, a tratti poco gestibile, “Io ti cercherò”. Molti si sono chiesti, infatti, se non fosse più adatto alla programmazione crime tipica di Rai Due. A ben vedere, però, la miniserie di Tavarelli trova senso sulla rete ammiraglia Rai perché non è solo un fosco poliziesco incentrato su un presunto suicidio, bensì è incentrato sul bisogno di recuperare la memoria e il dialogo tra un padre e un figlio dispersi. Valerio ed Ettore erano un affiatati; l’inciampo lavorativo di Valerio, il suo lasciare la polizia, come pure la fine del matrimonio con la madre di Ettore, hanno raggelato il loro rapporto. Tutta la famiglia. Il silenzio ha preso il posto delle parole, e i giorni senza sentirsi sono diventati anni. Oltre a voler fare chiarezza sulle cause della morte del figlio, Valerio vuole anzitutto “ritrovarlo”, capire cos’è successo a quel bambino diventato improvvisamente uomo e finito in situazioni probabilmente più grandi di lui. “Io ti cercherò” è dunque un viaggio alla riscoperta di sé, del legame padre-figlio e insieme una serrata battaglia per dare corso alla giustizia. A sorreggere questa complessa e spigolosa struttura narrativa, oltre all’efficace regia di Tavarelli, è senza dubbio l’interpretazione rigorosa e ruvida di Alessandro Gassmann, che abita il personaggio di Valerio con intensità e autentico trasporto, regalando non poche emozioni.
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