Dentro la Tv: La nuova serie “Vite in fuga”. Tra thriller e dramma familiare, una proposta in linea con il profilo di Rai Uno

venerdì 27 Novembre 2020
Un articolo di: Sergio Perugini

“Le verità nascoste”. È il titolo di un serrato thriller del 2000 firmato Robert Zemeckis con Michelle Pfeiffer e Harrison Ford, un titolo che a ben vedere si addice a definire la nuova serie Rai “Vite in fuga” . Un racconto che unisce le regole del thriller, tra minacce, inseguimenti e depistaggi, a tensioni che divampano nel tessuto degli affetti. Filo rosso della storia è la ricerca della verità. La serie, diretta da Luca Ribuoli e prodotta da Rai Fiction con PayperMoon Italia, è interpretata da Claudio Gioè, Anna Valle, Giorgio Colangeli, Ugo Pagliai, Francesco Colella e Barbora Bobulova.

In fuga per la verità. Claudio (Gioè) e Silvia (Valle) Caruana sono una coppia benestante, che conduce una vita apparentemente serena, senza sussulti. Hanno due figli adolescenti, Alessio (Tobia De Angelis) e Ilaria (Tecla Insolia). Claudio è molto sbilanciato sul lavoro, ai vertici di un gruppo bancario, e il tempo per la famiglia non è mai molto, ma i soldi rendono tutto più facile. Un inatteso scandalo finanziario e la morte di un collega gettano Claudio nel mirino delle accuse. Dichiarandosi innocente, Claudio prende la sua famiglia e scappa aiutato da Casiraghi (Colangeli), un ex agente dei Servizi segreti, che gli permette di trovare riparo in Alto Adige, a Ortisei, con una nuova identità. Claudio ha infatti bisogno di tempo per scovare la verità…

Pros&Cons. I presupposti per fare centro negli ascolti ci sono tutti. Anzitutto in cabina di comando troviamo un regista, Luca Ribuoli, abituato a maneggiare grandi produzioni per la rete ammiraglia Rai (tra le sue regie tv si ricordano “Questo nostro amore”, “Don Matteo 9”, “L’allieva” e “La mafia uccide solo d’estate”). Il soggetto della serie, seppur con qualche forzatura iniziale, sembra funzionare bene, perché indirizza il racconto verso una linea narrativa tutta giocata sulla suspense. In questo gli interpreti funzionano bene, a cominciare da Claudio Gioè e Anna Valle, ormai veterani nel gestire copioni simili e dal seguito di pubblico consolidato. A questa prima dimensione narrativa si aggiunge la componente del dramma familiare, una linea del racconto che apre il respiro della storia a un pubblico più vasto. I due coniugi in fuga si portano addosso i fardelli del loro benessere, dei loro silenzi e sì anche dei tradimenti. Non sono più gli innamorati di un tempo, perché una vita troppo comoda e legata a egoismi personali li ha allontanati. Ora però, nel pieno della tempesta, si ritrovano l’uno di fronte all’altra senza più sovrastrutture. Devono così ricominciare a parlarsi, imparare a fidarsi a vicenda, così come ad ascoltare con più attenzione i loro figli. Dal buco nero in cui sono piombati, forse l’unica possibilità di risalita è proprio l’unione familiare, il mutuo soccorso. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti per una buona riuscita, per intercettare il favore del pubblico. Non ci rimane che vedere se la realizzazione funziona, se scatta la scintilla.

Articolo disponibile anche su Agenzia SIR


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