Dentro la Tv: Su Apple TV+ la miniserie “Disclaimer” firmata Cuarón

martedì 10 Settembre 2024
Un articolo di: Sergio Perugini

Alla base c’è un romanzo, “La vita perfetta” di Renée Knight, edito in Italia da Piemme: è la miniserie evento “Disclaimer”, scritta e diretta dal due volte Premio Oscar Alfonso Cuarón (“Gravity”, “Roma”), in programmazione da ottobre su Apple TV+. Un viaggio nella vita di due famiglie accomunate da una tragedia e da un groviglio di verità e bugie. Protagonista una sempre incisiva Cate Blanchett, affiancata da Kevin Kline, Lesley Manville, Sacha Baron Cohen, Louis Partridge, Leila George e Kodi Smit-McPhee.


Londra, Catherine è una giornalista di successo. Ha costruito la sua carriera, integerrima, sullo smascheramento delle menzogne nella società. Conduce una vita agiata, sposata da vent’anni con Robert e madre del ventenne Nicholas, segnato però da fragilità e dipendenze. Un giorno Catherine riceve per posta uno romanzo che sembra parlare di lei, di una scomoda verità che la riporta nel passato, a un viaggio in Toscana. Lì, nei giorni in cui era rimasta sola con il figlio, si era imbattuta nel ventenne britannico Jonathan. Durante quella vacanza il giovane era annegato per prestare soccorso in mare proprio a Nicholas. A distanza di tempo, a tormentare Catherine è ora il padre di Jonathan, Stephen, un ex professore in pensione appena rimasto vedovo…


La serie “Disclaimer” si snoda in 7 episodi (45’ minuti, circa) in cui affiorano gradualmente i tasselli che compongono la vita di Catherine, tra presente e passato, una vacanza in Toscana avvenuta più di una decina di anni prima, dove si è consumata una tragedia che non smette di produrre conseguenze. Un viaggio tra i traumi interiori dei protagonisti, strattonati da verità e menzogne, dubbi e insicurezze, ricordi imperfetti e rimossi dolorosi. “Occhio alla narrazione e alla forma! – ha sottolineato Alfonso Cuarón – Il loro potere può avvicinarci alla verità, ma sono anche una forte arma di manipolazione che può renderci complici servendosi dei giudizi che formuliamo e delle nostre convinzioni più profonde”.

Tra i temi dominanti c’è dunque la verità e la verifica dei fatti, come pure l’ascolto e il dialogo in casa, la custodia dei rapporti moglie-marito, genitori-figli. Un racconto che abita i silenzi, i rimossi e i traumi delle due famiglie in campo, sottolineando l’incapacità di elaborare il lutto per la perdita di un figlio e al contempo il “lutto” per la fine di un matrimonio. E ancora, si inserisce con forza anche la riflessione sulla figura della donna nella società, tra guadagni di libertà e peso dei pregiudizi, tanto sul lavoro quanto in famiglia.
La miniserie segue una traiettoria apparentemente lineare, che però subisce contraccolpi e sviamenti lungo gli episodi, per arrivare a un colpo di scena finale che suscita sorpresa e riflessione, ma anche una certa perplessità. Non tutto, infatti, della complessa e aggrovigliata trama torna in maniera coerente, logica, lasciando emergere qua e là delle forzature. Nell’insieme, regia, stile del racconto e interpretazioni risultano ragguardevoli, raffinati; insieme alla vis narrativa di Cuarón, a lasciare il segno sono le performance di Blanchett, Kline e Manville. Magnifici! Serie complessa, problematica, per dibattiti.

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