Sul sentiero di “Broadchurch”. Sembra proprio un “Broadchurch” in versione americana “Omicidio a Easttown” (“Mare of Easttown”), la nuova serie HBO sbarcata inizio giugno 2021 su Sky Atlantic e sulla piattaforma NOW. L’acclamata serie inglese “Broadchurch” (2013-17) ideata da Chris Chibnall, con David Tennant e Olivia Colman, raccontava di una cittadina del Dorset finita nella vertigine del sospetto dopo la morte di un preadolescente; una cittadina all’apparenza solidale, abitata da persone semplici, che nel corso delle indagini rivelava un doppiofondo inquietante. “Omicidio a Easttown” ci racconta invece la periferia a stelle e strisce che ha perso smalto e coesione sociale, che ha smarrito l’idea di futuro. La detective Mare Sheehan scandaglia le esistenze della comunità impantanata tra silenzi e irrisolti. A vestire i panni di Mare è l’attrice premio Oscar Kate Winslet, che torna in un ruolo televisivo a dieci anni da “Mildred Pierce” (2011), dopo tanto cinema di successo. L’attrice britannica incanta sempre per la sua incisività, nel tratteggiare un personaggio livido e piegato dalle avversità che rifiuta di arrendersi alla sconfitta.
Easttown. Delaware County, Pennsylvania, lì ha sede Easttown, cittadina di provincia dove vive la detective Mare Sheehan (Winslet). La donna è ossessionata dalla scomparsa della figlia di un’amica di vecchia data e nel corso delle indagini deve a fare luce anche sulla morte di un’altra adolescente, Erin (Cailee Spaeny). Mare fatica a gestire inoltre la propria famiglia deragliata, dopo un matrimonio fallito e la morte del figlio primogenito…
Pros&Cons. I 7 episodi di “Omicidio a Easttown” sono firmati da Brad Ingelsby, sceneggiatore noto per il copione del film “Tornare a vincere” (2020) di Gavin O’Connor. La miniserie è un racconto fosco sulla deriva umana nella periferia americana, che sembra sotto scacco di affanni e dispersioni. Il mondo in cui si muove la detective Mare è per certi versi ben più lontano, più inquietante, di quello tratteggiato in “Broadchurch”. In “Omicidio a Easttown” appare quasi del tutto tramontata la speranza, e lo scenario antropologico incede senza sussulti, gravato da sofferenze asfissianti. Mare è un giustiziere solitario, che si ostina a voler trovare la quadra, a rimettere in asse il valore della giustizia; a ostacolarla è tanto la stessa comunità, quanto il proprio Moloch interiore, rumorosi sensi di colpa per una vita inclemente che le ha strappato persino un figlio in giovane età. Se l’ambientazione è non poco cupa e dolente, la narrazione viaggia invece spedita, corroborata da adeguati snodi narrativi, a giudicare almeno dai primi episodi. A imprimere magnetismo alla miniserie è proprio la Winslet che regge il racconto con capacità e raffinatezza interpretativa, mettendo in scena un’eroina imperfetta, ruvida e spigolosa, che suscita comunque simpatia e attrazione. Indichiamo la visione a un solo pubblico adulto per i temi in campo.
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