Divismo italiano. Non solo a Roma, ma anche in tutto il Paese Carlo Verdone è amatissimo. Una popolarità trascinante conquistata in oltre quarant’anni di carriera e ventisette film. Il suo esordio con “Un sacco bello” del 1979 è stato tenuto a battesimo da Sergio Leone, e nel corso degli anni tanti sono stati i titoli acclamati tra cui “Maledetto il giorno che t’ho incontrato” (1992), “Viaggi di nozze” (1995) o “Io, loro e Lara (2010), racconti tragicomici con cui l’autore ha colto l’immagine di una società in cambiamento, con tutte le sue fratture. Da novembre 2021 è disponibile sulla piattaforma Prime Video di Amazon l’ultima sua fatica creativa, la serie Tv “Vita da Carlo”, dieci episodi in cui l’attore-regista si mette a nudo con ironia, aprendo le porte della sua casa e del suo studio. A produrla insieme al colosso streaming è sempre la Filmauro dei De Laurentiis.
Re di Roma. Carlo Verdone vive a Roma circondato da fan e follower. Forte di una carriera di successo nella commedia sogna una svolta drammatica, ma il suo produttore (Stefano Ambrogi) è irremovibile. A casa il clima è sereno con turbolenze, segnato da due amati figli che entrano ed escono come uragani, mentre spiaggiato sul divano è rimasto Chicco (Antonio Bannò), l’ex fidanzato della figlia Maddalena (Caterina De Angelis) che non vuole lasciare casa Verdone… A questo si aggiunge una (imprevista) candidatura di Verdone a sindaco della Capitale.
Pros&Cons. Da decenni Verdone racconta con efficacia il Paese, il suo tessuto sociale, tra vizi e virtù; e con il suo ultimo progetto, “Vita da Carlo”, sorprende tutti a cominciare da se stesso: per la prima volta decide di cimentarsi con la serialità Tv. Un racconto intimo, farsesco, dove il popolare autore apre le porte della sua casa, mettendo in narrazione, rivisti e corretti, molti elementi e figure della sua quotidianità. L’idea di “Vita da Carlo” è nata sul set del film “Benedetta Follia” nel 2018, da un’intuizione di Nicola Guaglianone e Menotti. La quotidianità di Verdone è diventata dunque un racconto in dieci episodi (da 30 minuti), diretto dallo stesso regista insieme a Arnaldo Catinari (“Suburra. La serie”); accanto a lui, sul set, comprimari di grande mestiere come Monica Guerritore (l’ex moglie Sandra), Anita Caprioli (la farmacista Annalisa) e soprattutto Max Tortora (se stesso), dall’umorismo davvero irresistibile.
“Vita da Carlo” è un prodotto che si inserisce pienamente nella filmografia dell’autore: un racconto semiserio di matrice comica che esplora follie e incongruenze del nostro presente. Verdone è molto generoso nel mostrare il proprio privato, accettando anche il rischio di rivelarsi in chiaroscuro; e finisce per conquistare soprattutto per quella sua comicità elegante, goffa, dalle note malinconiche. A ben vedere, la sceneggiatura sembra procedere un po’ a corrente alternata, con passaggi narrativi non sempre tutti a fuoco, ma nell’insieme il saldo è positivo, decisamente buono, nonché profondamente verdoniano. Dal punto di vista pastorale “Vita da Carlo” è consigliabile, brillante, per dibattiti.